Pericolo amianto – Wwf Savona e Ponentevarazzino

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PonentevarazzinoNews

Pericolo amianto ““ Conosciamolo
per trattarlo in sicurezza ““ B.a ““

Il direttivo del comitato di quartiere, come sanno bene quelli che seguono con regolarità  il nostro impegno, ha deciso di documentarsi sul pericolo costituito dalle fibre d’amianto e pubblicare i risultati dello studio, a beneficio di quanti interessati e che ci hanno incoraggiati a portare avanti l’iniziativa. (Vedere il post Pericolo amianto ““ Conosciamolo per trattarlo in sicurezza ““ B ““)

Ci sono stati inviati molteplici messaggi di plauso e ringraziamento per quanto già  pubblicato che, per inciso, rappresenta solo un decimo di quanto preparato e pronto per essere inserito online; tra questi c’è pervenuto un messaggio del dr. Marco Piombo, responsabile del Wwf di Savona, che desideriamo portare a conoscenza di tutti, pubblicandolo in questo post. Nei prossimi giorni continueremo la presentazione dello studio da noi preparato sull’argomento.

Lettera inviataci dal Resposnabile del Wwf Savona:

Savona, lଠ08/12/2004.

Ai Sindaci dei Comuni di

Albissola Marina, Albisola Superiore,
Altare, CairoMontenotte,Calizzano,Celle ligure, Dego, Giusvalla, Mioglia,
Millesimo, Pontinvrea, Quiliano,
Sassello,Savona, Stella, Urbe, Varazze
Al Presidente della Provincia di Savona
Al Presidente della Regione Liguria
All’ Azienda Sanitaria Locale del Savonese
Al Prefetto di Savona
Al Questore di Savona
Al Presidenti della Comunità  Montane
della Provincia di Savona
All’ARPAL di Savona
Al Sig. Procuratore Capo della Repubblica di Savona

Oggetto: piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, ai fini della difesa dei pericoli derivanti dall’amianto.

Premesso che

In data 20/12/1996 veniva deliberato dal Consiglio Regionale con delib. N. 105, il Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dei pericoli derivanti dall’amianto come previsto dall’art. 10 della L.257/92. Dalla delibera regionale si evince che nella Regione Liguria sono presenti siti interessati da attività  di estrazione di “pietre verdi” che possono contenere amianto e che tali sono considerati dalla vigente normativa;

– a seguito di tale delibera veniva effettuata dalla Regione Liguria ai sensi del DPR 8/8/1994 il censimento delle cave di pietre verdi con relativa cartografia (presente nell’allegato 1 delib. N. 105 Consiglio Regionale del 20/12/1996 – carta geolitologica in scala 1:100.000) delle aree nelle quali sono presenti concentrazioni di amianti tali costituire potenziali situazioni di pericolo o da richiedere un controllo nel caso di interventi di movimentazioni, con la predisposizione di linee guida;

– dalla carta geolitologica si evince che le aree a potenziale rischio amianto sono suddivise in tre gruppi: A,B,C;

-il piano regionale di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, ai fini della difesa dei pericoli derivanti dall’amianto, cita all’art. 6 che “..le strutture territoriali competenti provvederanno ad effettuare controlli periodici nelle situazioni di potenziale pericolo evidenziate tra i censimenti tra cui l’attività  di l’attività  di estrazione, movimentazione e comminuzione di rocce contenenti amianto..”;

– Le linee di indirizzo regionale a norma del DPR 8/8/1994 (presente nell’allegato 2 delib. N. 105 Consiglio Regionale del 20/12/1996 ) prevedono:

1) misure di controllo e di sicurezza nei confronti dei lavoratori addetti alle coltivazioni di cava e di salvaguardia dell’ambiente, in particolare sul rilascio delle polveri aerodisperse nelle succitate aree. Inoltre sono previste in caso di presenza di concentrazione di fibre di amianto, comunicazioni tempestive da parte del datore di lavoro all’organo di vigilanza attenendosi scrupolosamente alle modalità  e procedure di cui al D.M. n.251/1996 in merito alle valutazioni sul contenuto di amianto.

2) per le aperture di nuovi poli estrattivi sono previste durante la fase progettuale a norma della L.R. n.12/79 e succ. modifiche, l’esecuzione in via preliminare di prove su campioni di roccia affiorante al fine di determinare la presenza o meno di fibre di amianto.

3) per la realizzazioni di opere edili, realizzazione di scavi, gallerie, etc.. che comportino movimentazioni e sbancamenti, sono previste procedure atte ad una maggiore sorveglianza delle possibili situazioni a rischio esposizione a fibre di amianto individuando in particolare alcune fasi di controllo e precisamente:

in fase autorizzativa dei lavori le concessioni edilizie dei Comuni, le conferenze di servizi relative alle opere previste nelle aree classificate di tipo A,B,C saranno condizionate a relazione geologica comprensiva di analisi su campioni di roccia. In caso di interventi in aree interessate da roccia classificata di tipo A, le autorizzazioni e/o concessioni rilasciate dovranno essere condizionate a comunicazione specifica all’organo di vigilanza (ASL competente per territorio).

In fase realizzativa delle opere è obbligo in caso di lavori su rocce di tipo A,B,C, contenenti amianto, di effettuare misurazioni di fibre nell’aria ai fini della valutazione all’esposizione degli addetti e di notifica all’organo di vigilanza ai sensi del Dlgs 277/91, fornendo informazioni circa le risultanza sulle misurazioni dell’aria effettuate, i procedimenti di lavoro adottati, le misure di protezione previste, la destinazione del materiale di risulta.

Si evince inoltre che le competenze in materia di vigilanza e di controllo sulle attività  estrattive e di sbancamento e movimentazioni di terreno sono affidate alla Regione Liguria, Struttura Attività  Estrattiva avvalendosi delle ASL competenti per territorio prevedendo una revisione delle competenze dal momento dell’avvio del funzionamento dell’ARPAL.

Considerato che

La presenza di fibre libere di amianto negli ambienti di vita e di lavoro costituisce un rischio per la salute oramai conosciuto.
Le cause che, in via principale, determinano gli effetti dannosi sono la inalazione di polveri contenenti fibre rilasciate negli ambienti dai materiali che le contengono. L’esposizione a dette fibre può produrre infatti effetti dannosi, gravi ed irreversibili. Il rilascio delle fibre nell’aria può avvenire in occasione di manipolazione dei materiali che le contengono, di una loro lavorazione, oppure spontaneamente.

Il rilascio avviene spontaneamente in presenza di materiali friabili, di materiali diventati tali per consunzione prodotta dalle condizioni di uso e d’impiego (tempo di installazione, tipologia di installazione e di uso, esposizione ad agenti atmosferici, ecc.) o di materiali sottoposti a sollecitazioni meccaniche tali da favorire il distacco di fibre. In conseguenza di ciò occorre porre le massime attenzioni per la valutazione di situazioni caratterizzate dalla presenza di amianto e per attività  che possano disturbare tali materiali al fine di evitare che fibre di amianto si distacchino dai medesimi disperdendosi nell’aria.

Infatti l’amianto, chiamato anche asbesto, è un minerale naturale a struttura microcristallina e di aspetto fibroso appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. E’ presente in natura in diverse parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto. Per la normativa italiana sotto il nome di amianto sono compresi 6 composti distinti in due grandi gruppi: anfiboli e serpentino. L’amianto è un minerale praticamente indistruttibile, non infiammabile, molto resistente all’attacco degli acidi, flessibile, resistente alla trazione, dotato di buone capacità  assorbenti, facilmente friabile.

La consistenza fibrosa dell’amianto è alla base delle sue ottime proprietà  tecnologiche, essa conferisce al materiale anche, purtroppo, delle proprietà  di rischio essendo essa stessa causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell’apparato respiratorio. La pericolosità  consiste, infatti, nella capacità  dei materiali di amianto di rilasciare fibre potenzialmente inalabili e inoltre nella estrema suddivisione cui tali fibre possono giungere in particolare quando si trova nelle condizioni di disperdere le sue fibre nell’ambiente circostante per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica, da stress termico, dilavamento di acqua piovana.

L’esposizione a tali fibre è responsabile di patologie gravi ed irreversibili prevalentemente dell’apparato respiratorio. (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). Esse si manifestano dopo molti anni dall’esposizione: da 10 – 15 per l’asbestosi ad anche 20 – 40 per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma.

Visto che

– Per quanto riguarda l’attività  estrattiva presente in Provincia di Savona, venivano individuati 5 siti interessati dallo sfruttamento del materiale all’interno dei complessi litologici compresi nei gruppi A,B,C, e precisamente:

1) cava Beata (appartenente al gruppo B) ricadente in Comune di Albisola sup.
2) cava Olmo (appartenente al gruppo B) ricadente in Comune di Albisola sup.
3) cava Fossa di Lavagnin (appartenente al gruppo B) ricadente in Comune di Pontinvrea.
4) cava Croce di Grin (appartenente al gruppo A) ricadente in Comune di Sassello.
5) cava Tassare (appartenente al gruppo A) ricadente in Comune di Urbe.

– in data 6 /03/1998 veniva deliberato dal Consiglio Regionale con delib. 567 l’approvazione dei documenti informativi e di attuazione del succitato Piano regionale;

Alla luce di ciò

Si chiede se siano stati effettuati e predisposti dall’entrata in vigore dalla Delibera n.105 del Consiglio Regionale datata 20/12/1996 e succ. integrazioni e/o modifiche, da parte dei soggetti pubblici e privati utilizzatori e/o detentori, tutti gli adempimenti previsti citati atti alla tutela della salute pubblica ed alla salvaguardia dell’ambiente cosଠcome previsto dalle normative vigenti in materia, nel caso di attività  estrattiva di cava, di sbancamenti e movimentazioni del materiale di risulta oggetto di Concessioni edilizie, Conferenze di servizi inerenti opere edilizie, infrastrutturali, etc.. nelle aree individuate e classificate di tipo A,B,C.

Distinti saluti.

Il Responsabile WWF Sezione di Savona
Marco Piombo

Questo articolo è stato pubblicato il 10 Set 2007 alle 22:10 ed è archiviato nelle categorie - Pericolo Amianto, Ambiente, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o effettuare un trackback dal tuo sito.

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