Varazze – L’Assessore G. Baglietto e il referendum sul retroporto

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Varazze, 05.10.2007.

PonentevarazzinoNews

Capannoni dem.Riflessioni dell’Assessore
Dott. Giovanni Baglietto
sul referendum del retroporto

Riceviamo dall’Assessore Comunale Dott. Giovanni Baglietto una riflessione sul referendum, promosso da cinque Consiglieri Comunali di minoranza, riguardante la riqualificazione della zona fronte mare del nostro quartiere: San Nazario. “Il posto più bello di tutto il ponente savonese”, come lo definisce un noto quotidiano.

Invitiamo tutti ad analizzarlo con attenzione, in modo da poterne discutere al prossimo incontro, previsto dopo il Consiglio Comunale straordinario di questa sera, che tratterà  anche questo argomento. Avremo sicuramente maggiori informazioni da dibattere, soprattutto in considerazione delle importanti e ponderate decisioni che dovremo assumere nel breve periodo!

La riflessione dell’Assessore Giovanni baglietto.

Referendum una scelta di sviluppo?

Credo che la discussione relativa al referendum sul recupero urbanistico del retroporto fornisca formidabili spunti di riflessione, che risultano di incredibile attualità .
Vorrei affrontare questo tema partendo un po’ da lontano perché sia chiara ed inequivocabile la mia posizione.

Credo infatti che spesso chi si occupa di politica nel senso più pulito e nobile del termine ha occasione di vedere quanto sia riscontrabile che i mali della politica locale non sono poi cosଠdiversi da quelli della politica nazionale: proviamo ad elencarli

“¢ distanza dalle esigenze primarie del cittadino, che sono sempre le stesse, salute, servizi, come sostegno per l’infanzia, le famiglie, gli anziani, lavoro, vero dramma della società  ligure di inizio secolo, pericolo direi mortale per il futuro delle nuove generazioni, ambiente, ma quello vero, come lotta all’inquinamento, all’effetto serra, al global warming, e la ricerca di energia pulita, non l’ambiente dei recuperi urbanistici per intenderci;

“¢ allontanamento dalla politica delle nuove generazioni, o quanto meno pochissimi incarichi di responsabilità  a chi è sotto gli “anta”;

“¢ conflitti con la piazza che oramai ha perso la fiducia in una classe politica che spesso si autoreferenzia, ed a cui non vengono più riconosciuti neppure i pochi meriti che comunque anche solo che a livello statistico un politico può sempre vantare (è impossibile fare sempre bene, ossia nessuno è infallibile, ma è altrettanto impossibile fare sempre male);

“¢ Lobbismo e cementocrazia : in punta di piedi siamo diventati, come regione, ma anche come Varazze, esempio in Italia di speculazione edilizia ( vedi Famiglia Cristiana);

“¢ inamovibilità  quasi su scala vitalizia delle poltrone: pare che il ministro delle telecomunicazioni Gentiloni abbia affermato che lui passando gli anni, che vuol dire invecchiando, si senta sempre più giovane. Rappresenta una interessante quanto rarissima eccezione.

Il sottoscritto passando gli anni si sente invece sempre più vecchio, e lo sapete perché? Perché è il corso naturale delle cose, è la vita. Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, ed ora senatore a vita ha vinto il nobel in tarda età  per studi e scoperte effettuate 40 anni prima, quando aveva tra i quaranta ed i cinquanta anni di età . Richard Feynman, premio Nobel per la fisica, una delle menti più brillanti del XX secolo ha affermato che un uomo ha la capacità  di dare il meglio di sé tra i trenta ed i quaranta anni, ma che quasi sempre gli spunti migliori vengono attorno ai venticinque anni.

Ho divagato un poco ma lo ho fatto perché credo veramente e fermamente che uno dei mali più profondi e incurabili della politica sia rappresentato dal fatto che le scelte importanti, le scelte che riguardano il futuro del Paese, il futuro della nostra Varazze siano fatte da persone che non potranno vederne gli effetti. Questo non è giusto, soprattutto se sono scelte irreversibili, come quelle urbanistiche.

Il sottoscritto ha quasi 44 anni, una propria attività  professionale, ed ha deciso non giovanissimo di occuparsi di politica attiva, non tanto per input paterni o per necessità  economiche, quanto per provare a vedere se fosse possibile fare meglio dei soliti noti dedicando una parte del proprio tempo quotidiano ed alcuni anni della propria vita al servizio della collettività , conscio che la cosa pubblica sia “cosa prestata, non cosa propria”.

Ho imparato che la gente si aspetta tanto da te quando occupi cariche pubbliche, ho imparato che è impossibile accontentare tutti e far quadrare sempre il cerchio; ho imparato altresଠche a volte la gente ha prima di tutto bisogno di sentirsi ascoltare, di sentire che tu, l’istituzione, almeno provi a farti carico dei suoi problemi, li fai propri.

E perché questo è giusto e dovuto?

Perché sono i cittadini che ci eleggono, sono i cittadini che ci fanno sedere su queste poltrone; quindi ci delegano a decidere per loro.

La domanda successiva è: ci delegano a decidere per loro conto sempre e comunque?

La risposta è ovviamente no, è sancito anche dalla costituzione, che norma l’istituto del referendum, e pone dei limiti al suo utilizzo perché non ne venga snaturato il suo significato. In ambito locale il nostro comune contempla e definisce i limiti del referendum in un apposito regolamento che si definisce “sulla partecipazione dei cittadini e sul referendum”. Il nome di questo regolamento non potrebbe essere più esplicito: riconosce un limite ai poteri del sindaco e della giunta e del consiglio comunale tutto e rinvia ai cittadini, ai nostri elettori, il diritto di essere consultati su temi rilevanti.

Chi siamo noi per impedire ai cittadini di dire la loro su temi specifici?

Perché c’è chi arriva a dire che con la richiesta di referendum è a rischio la democrazia? àˆ semanticamente un controsenso! La democrazia appartiene al popolo, che la esercita nei modi stabiliti dalla legge: il referendum è uno di questi modi!

Bisogna essere contro al referendum perché è sponsorizzato per cosଠdire da una parte politica? Follia, oggi è una parte politica a proporlo, domani potrebbe essere l’altra parte politica! Che dire allora dell’ignobile strumentalizzazione subita, ma non patita, dal Varazze F.C., che mi aspetto a breve costituito in partito politico, in nome di tematiche che neppure conoscono appieno? La raccolta di firme pro campo sportivo era politica o no, aveva valore di autenticità  o era una dichiarazione d’intenti ad uso e consumo dei soliti noti?

Bisogna impedirlo perché è un segno di debolezza dell’amministrazione e del sindaco?

Allora in Italia ci sono decine se non centinaia di sindaci deboli? Io non ci credo, credo invece che accondiscendere all’indizione di un referendum o addirittura proporlo direttamente sia per un sindaco un segno di forza democratica, di rispetto verso i cittadini e di trasparenza amministrativa, il modo per essere confortato in grandi scelte, spesso urbanistiche, spesso difficili per amministratori anche capaci, s’intende, ma privi della sfera di cristallo.

Poi la domanda delle domande: ma perché bisogna impedirlo? Di cosa abbiamo paura? Che cosa c’è in ballo che meriti un conflitto cosଠaspro e posizioni cosଠlaceranti? Non raccontiamo la storia dell’eventuale richiesta di danni da parte dei proprietari delle aree: fino ad ora non vi sono impegni o vincoli con soggetti terzi, in quanto gli atti adottati dal consiglio comunale sono strumenti urbanistici, addirittura il SUI è di iniziativa pubblica, che prescindono dai soggetti privati. Non esistono convenzioni né atti di sottomissione, né contratti, nulla che sia un impegno vincolante e preciso con un soggetto privato. àˆ come se nella stesura di un PRG temessimo richieste danni di soggetti che volessero intervenire dal punto di vista edilizio su propri immobili, e che trovassero le loro aspettative bloccate dal piano.

Temo di sapere i veri motivi di una simile levata di scudi, proveniente tra l’altro da un partito che aveva solide basi nelle classi più deboli, classi più deboli che spesso in passato hanno lottato proprio con raccolte di firme ed altre iniziative di piazza contro scelte ritenute ingiuste! Che straordinaria trasformazione, che catarsi, che metamorfosi! Soldi ed interessi forti, non certo sviluppo ed occupazione, clientelismo e ricerca spicciola di consensi, non certo edilizia per i meno abbienti o strategie per attirare nella nostra città  capitali per far ripartire l’economia, queste sono le nubi che si addensano sulle nostre teste!

Inoltre questo referendum sono tutti convinti di vincerlo, sia i proponenti che l’assessore con delega sullo scibile umano. Per cui come si diceva da bambini, mutatis mutandis: chi ha paura del referendum? Nessuno? Allora andiamo al referendum e la parola passi ai nostri azionisti, i cittadini di Varazze!”

Dott. Giovanni Baglietto

Assessore Comune di Varazze

Precedenti post sull’argomento:

Deciso e duro attacco dell’Assessore Busso

Questo articolo è stato pubblicato il 05 Ott 2007 alle 17:03 ed è archiviato nelle categorie Attualità, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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