Pericolo amianto: Conosciamolo per trattarlo in sicurezza ‘F’

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Varazze, 07.11.2007.

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pericolo-aminto-21009Pericolo amianto:
Conosciamolo per
trattarlo in sicurezza ‘F’

Per completare la nostra ricerca sulla storia dell’amianto, riteniamo giusto pubblicare un resoconto anche sulla parte giudiziaria, che continua ad aggiornarsi un giorno dopo l’altro, e purtroppo non solo con la cronaca delle udienze e delle sentenze.

Vi proponiamo un articolo di Paolo Forcellini del 18 dicembre 2006, pubblicato su
lEspresso:

Veleno Eternit per l’eternità 

“Nelle case. Nelle fabbriche. Nelle scuole. Sulle spiagge. Sono 30 mila le tonnellate di amianto ancora da rimuovere in Italia, mentre cresce il numero delle vittime.

Inestinguibile: l’amianto, minerale ignifugo ed economico, pare proprio indistruttibile, come indica la parola greca da cui deriva il termine tecnico, asbesto, o il marchio della sua utilizzazione industriale più nota, l’Eternit. A 14 anni dalla legge italiana che lo metteva al bando, per via dei suoi terribili effetti cancerogeni, si stima che in Italia esistano ancora 2,5 miliardi di metri quadri di lastre di cemento-amianto da rimuovere.

E il numero delle vittime continua a crescere al ritmo di 4 mila all’anno solo nella Penisola e di circa 100 mila nel mondo: si calcola che il picco di mortalità  arriverà  intorno al 2025 o anche oltre. àˆ un problema diffuso dappertutto: sono centinaia di migliaia, forse milioni le case coloniche col loro bravo ripostiglio ricoperto d’amianto, o i garage, le intercapedini, le condutture idriche, i capannoni industriali, le scuole e gli ospedali foderati di Eternit.

E ci sono interi quartieri, spiagge, poli produttivi dove le invisibili microfibre del minerale assassino volteggiano nell’aria in grande quantità  prima di depositarsi nei polmoni. Sono i punti bollenti di una guerra combattuta da anni, non sempre con la necessaria determinazione e gli appropriati mezzi. Eccone alcuni esempi.

La ‘morte bianca’ ha colpito almeno 500 marinai. Bianca si fa per dire: “Non c’è nulla di pulito nel morire soffocati a causa di un cancro che si è sedimentato giorno dopo giorno al lavoro, in mare”. Per il capitano di fregata Alessio Anselmi, presidente del Cocer Marina, è la battaglia della vita. àˆ un fronte, quello dei militari uccisi dall’amianto, di cui si parla poco.

Le 500 vittime della Marina ora sono cartelle cliniche che giacciono sugli scaffali della procura di Padova, da anni impegnata in una mega-inchiesta che proprio in questi giorni sta arrivando in porto e prospetta, sorretta dal lavoro di un pool di magistrati creato ad hoc, il processo per i vertici degli Stati maggiori accusati di omicidio colposo e omissione. Anche La Spezia è al lavoro.

Sbirciando il registro tumori, si scopre che la città  ha un record poco invidiabile: il tasso di malati per amianto più alto del mondo. Quando si chiede in giro indicano tutti il porto, dove da sempre sono ormeggiate e mantenute le fregate militari. Davide Ercolani, pm militare spezzino, fa il punto della situazione: “Nel 1986 a tutta la Marina fu richiesta la mappatura e bonifica dei siti contenenti amianto. Solo a La Spezia erano in giacenza 84 tonnellate di crisotilo, il cosiddetto amianto blu, il più pericoloso”.

Ma il 4 maggio 1989 la direzione generale costruzione armi e armamenti navali corresse il tiro: “Sulle unità  navali non dovranno essere più impiegati materiali di amianto blu e bianco. Ma per quanto concerne i componenti tipo tubi e giunti rivestiti di tela di amianto bianco sigillata da calza metallica installati a bordo o disponibili in magazzino, dovranno essere impiegati fino al completo esaurimento scorte”. Si gioca sul filo di queste date la battaglia legale di 43 procure.

In questi anni sono stati celebrati numerosi processi contro datori di lavoro colpevolmente o dolosamente ‘distratti’ nei confronti di rischi noti da decenni. A giugno le Ferrovie sono state condannate dal Tribunale di Palermo per la malattia del macchinista Carlo Castronovo. E all’orizzonte c’è un esercito di ferrovieri che potrebbero rivendicare gli stessi diritti. A cominciare dai lavoratori dell’Ogr di Bologna che prima riparavano carrozze e poi si trovarono a ‘scoibentarle’, cioè ripulirle dall’amianto. Risultato: decine e decine di mesioteliomi e carcinomi polmonari.

Ma tutti i processi impallidiscono in confronto ai numeri e alle accuse che sta per lanciare il pm torinese Raffaele Guariniello che ha preso di mira direttamente la ‘cupola dell’amianto’, i proprietari della Eternit: cinque stabilimenti in Italia e almeno 3 mila morti per cancro. Stephan Schmidheiny, suo fratello Thomas e il barone belga Louis De Cartier hanno creato un impero basato sull’asbesto che è stato utilizzato ovunque, ma soprattutto nell’edilizia.

Insieme a una decina di dirigenti e amministratori degli impianti italiani (Cavagnolo, Casale Monferrato, Reggio Emilia, Bagnoli e Siracusa) devono rispondere di disastro colposo. Solo a Casale, dove vent’anni fa ha chiuso una delle fabbriche principali, 622 ex dipendenti sono morti per patologie riconducibili alla fibra killer. E tra la popolazione si riscontrano 511 decessi in più rispetto a quelli attesi. Guariniello ha imposto a tutti gli ospedali della zona di sua competenza di segnalare i casi di mesotelioma pleurico o asbestosi.”

Il direttivo.

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 Nov 2007 alle 21:30 ed è archiviato nelle categorie - Pericolo Amianto, Ambiente, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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