Mattanza di balene pilota nelle isole Faroe – Una cruenta tradizione d’abbandonare

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e Dintorni“
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Varazze, 14.11.2008.

PonentevarazzinoNews

Mattanza di balene pilota nelle isole Faroe
Una cruenta tradizione d’abbandonare

calderones_globicephala-foto-whale-watching.jpgNelle isole Faroe, regione indipendente del Regno della Danimarca anche se situate tra le isole Shetland e l’Islanda, la caccia o mattanza, come viene definita dagli ambientalisti mobilitati a difesa del globicefalo, conosciuto anche come “calderones” oppure balena pilota, è un’usanza che risale intorno al quindicesimo secolo. Una tradizione vissuta come momento di festa ed aggregazione per l’intero villaggio, coinvolto nelle operazioni di approvvigionamento alimentare per i lunghi e freddi mesi invernali (Greenpeace afferma invece che si tratta di una scusa: clicca qui o vai nei commenti per approfondire).

Tutta la comunità  ha diritto alla sua parte di bottino gratuito, nulla viene posto in vendita, pertanto è presente e contribuisce al “lavoro” secondo le proprie possibilità  fisiche e condizione sociale, compreso le mamme con i loro bambini.

Un evento decisamente “sanguinario”, non potrebbe essere diversamente quando si “macellano”, come preferiscono definirla gli isolani, centinaia di animali. Forse è arrivato il momento di mettere in discussione questa antica pratica di caccia adeguandola ai tempi moderni. Tra l’altro, con i controlli sanitari oggi disponibili è stato accertato che la  carne di questi delfini è inquinata da mercurio e pesticidi vari, quindi pericolosa per l’alimentazione umana, tanto da essere sconsigliata per l’alimentazione delle donne gravide.

Purtroppo dobbiamo registrare l’esistenza di altri paesi che mantengono vive tradizioni similari, a volte anche più cruente, su animali a rischio di estinzione, quando la loro uccisione non è indispensabile alla sopravvivenza umana. Troppa violenza e sangue che auspichiamo di non dover più vedere; le foto che pubblichiamo, al solo scopo di ottenere l’attenzione anche dei meno sensibili, sono realisticamente cruente e mostrano quanto l’uomo possa essere sanguinario, non adatte alla visione di persone facilmente impressionabili.

Fonte: www.ecologiae.com

Galleria fotografica

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 La Stampa: Fotogallery (clicca sull’immaggine per accedere)

 

 

Da “www.elicriso.it” –  La ferocia dell’uomo: la strage dei cetacei in Danimarca nelle isole Feroe

Da “www.elicriso.it“ – “C’è molto sangue in questo articolo che non voglio chiudere cosଠma con questa immagine e questa canzone di Roberto Carlos “El progreso” (Il progresso), per una speranza: che l’uomo diventi un essere umano.”

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Per approfondire la notizia:

Da “ecologiae.com“ – La mattanza delle balene alle isole Far Oer, fermiamo lo scempio

“Di immagini crude che documentino la ferocia e la barbarie di cui è capace l’uomo contro le altre specie viventi ne abbiamo diffuse molte: dal massacro delle foche che si perpetua ogni anno in Canada, alla strage degli elefanti in Africa, alla mattanza delle tigri appese come maiali a testa in giù per rifornire il mercato alimentare esotico dei cinesi ricchi.

Oggi vogliamo denunciare un’altra efferata e insensata usanza che si ripete annualmente nelle isole Far Oer, in Danimarca: l’uccisione di centinaia di balene, arpionate e accoltellate in massa da decine di persone, accorse come per un rito, a quello che per loro è un giorno di festa, per i poveri mammiferi un giorno rosso di sangue, un eccidio brutale ed inspiegabile.

L’uomo nasce cacciatore, diranno alcuni, ed è normale che si pratichi la pesca, che si vada a caccia e che si cibi di altre specie viventi. Fin qua ci siamo. Ma come insegnavano gli indiani d’America, i primi veri ecologisti, non bisogna prendere più del necessario da Madre Natura, rispettando ogni animale, ogni pianta come fosse sacra, perché necessaria alla nostra sopravvivenza.

Uccidere gli elefanti per farne bacchette d’avorio, assassinare le tigri per servirle ad un nababbo in camera con la sua amante, massacrare tenerissimi cuccioli di foca per ricavarne pellicce per signore facoltose non è lo stesso che uccidere un orso, come facevano anticamente gli indiani, per ricavarne un cappotto per ripararsi dal gelido inverno.

Cosଠcome c’è un’enorme differenza tra pescare per la sussistenza di una popolazione e compiere un massacro scellerato per perpetuare una stupida tradizione.

Cosଠcome è diversa la modalità  con cui potrebbero essere soppressi questi poveri e stupendi animali marini, senza farne un giorno di festa, senza compiacersi e ridere alla vista delle balene sgozzate. Questo non è istinto di sopravvivenza, questa è crudeltà , pura, spietata, senza paragoni in nessun’altra specie vivente.

Le balene sono animali sensibili e socievoli e hanno, particolare non trascurabile, un sistema nervoso molto sviluppato che le porta a soffrire il dolore, il terrore e le sofferenze in maniera molto accentuata.

Ogni anno nelle Far Oer, i grossi mammiferi vengono attirati nelle baie, disorientando un intero gruppo con la cattura della balena pilota, vengono guidati e disorientati dai motoscafi (condotti solitamente da islandesi), costretti ad arenarsi sulla riva. Qui ha inizio il bagno di sangue. Martelli del peso di 2,2 chilogrammi percuotono ripetutamente gli animali ancora vivi, per far penetrare nella carne fresca uncini perforanti. Successivamente coltelli di 15 centimetri vengono impiegati per trapassare le carni e spaccare letteralmente la spina dorsale. La baia si riempie di sangue stagnante e di balene sofferenti e morenti tra i più atroci dolori. Il tanfo di morte è insopportabile

Gli abitanti delle Far Oer celebrano il massacro delle loro vittime in un’atmosfera carnevalesca di intrattenimento. Spesso ai più piccoli viene concesso un giorno di festa a scuola per assistere all’evento e  godere dello spettacolo. Decine di bambini corrono sulla spiaggia, nella baia, e saltano e giocano e gioiscono sulle carcasse sanguinanti delle balene. Ogni anno trovano la morte nelle Far Oer circa 2.000 balene.

Le Far Oer, a metà  strada tra le isole Shetland e l’Islanda, malgrado siano un protettorato della Danimarca, hanno un loro governo indipendente che regola anche questa stupida mattanza annuale.

Le balene del Nord Atlantico sono considerate una specie protetta dalla Convention on the Conservation of European Wildlife and Natural Habitats.

Uccidendo anche più di cento balene per volta interi gruppi vengono disorientati, sconvolgendo gli equilibri, i cicli riproduttivi, dividendo intere famiglie e condannando a morte i piccoli della specie.

Gli abitanti delle Far Oer, dato ancora più sconcertante, non vivono del ricavato della vendita di carne di balena, perché non può essere esportata negli altri Paesi Europei, dal momento che viene ad essere inquinata da tossine e metalli pesanti e non è pertanto conforme agli standard dell’Unione sugli alimenti destinati al consumo umano.

La mattanza delle balene è dunque un atto totalmente gratuito, crudele e assurdo. L’unica cosa che possiamo fare per fermare lo scempio è diffondere quanto più possibile questi dati e queste terribili immagini.”

Link a video realisticamente cruento, crudele e sanguinario.

Link ad altri portali che trattano la notizia:

Danimarca, una vergogna “¦

Massacro di delfini Calderones nelle isole Feroe (Danimarca)

Brutal matanza de calderones en Dinamarca

YouTube – Slide della sanguinaria mattanza:
Masacre de Defines en Dinamarca Que Horror

Il direttivo.

Questo articolo è stato pubblicato il 14 Nov 2008 alle 16:36 ed è archiviato nelle categorie Ambiente, Attualità, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

Un commento

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Da “Aqaanews” del 13 novembre 2008- STERMINIO DI BALENE PILOTA NELLE FAR OER, PROTESTE DEGLI AMBIENTALISTI

La protesta degli ambientalisti contro la caccia alle balene tocca i quattro angoli della Terra. Dopo la vicenda delle baleniere giapponesi, e le durissime reazioni di associazioni come Greenpeace e Sea Shepard che hanno condotto varie operazioni di disturbo nei confronti delle navi nipponiche, è il turno delle isole Far Oer, e di un’antica tradizione che va avanti da almeno 300 anni.

La caccia alle ‘balene pilota’: l’usanza risale al 1709 (anche se le prime testimonianze documentate sono datate 1500) e ha delle modalità del tutto particolari. Non si inseguono i cetacei in mare aperto, ma li si aspetta a terra. Quando le balene si avvicinano alle coste in cerca di cibo, i cacciatori le circondano e le sventrano a colpi di ascia ed uncini. Le Far Oer, arcipelago a nord dell’Islanda, sono una regione autonoma sotto la sovranità di Copenaghen. L’uccisione dei cetacei risponde alla giurisdizione danese.

Le balene-pilota, animali molto socievoli che vivono in media una cinquantina di anni, possono raggiungere una lunghezza massima di 7 metri e il peso di due tonnellate. Si muovono in branchi numerosi, spesso composti dalle femmine e dai loro cuccioli. Contro lo sterminio di questa specie nei freddi mari delle Far Oer si è mossa da alcun anni l’associazione ambientalista Sea Shepard che ha denunciato a più riprese la crudeltà dell’usanza. “Si vedono le baie tinte di rosso del sangue e si sentono le urla delle balene pilota ferite mortalmente. E’ uno spettacolo mostruoso ed è una oscenità abbracciata completamente dal governo danese e da molta gente danese”.

Dello stesso avviso il parere di Greenpeace. “Questo tipo di caccia – afferma Alessandro Gianni, responsabile della campagna mare – non rientra certo nelle dimensioni di attività finalizzata al sostentamento della popolazione locale. Spesso si usa questa motivazione, come è già accaduto nell’arcipelago Norvegese delle isole Lofoten, ma quando poi si va a controllare si verifica che i numeri e il giro d’affari smentiscono totalmente questa versione”. (RDR-VV)

15 Nov 2008 alle 12:56

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