Legambiente Liguria: l’alternativa al nucleare non è il carbone

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Varazze, 30.10.2011.                                                     Home page

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Legambiente Liguria: l’alternativa al nucleare non è il carbone

Dal carbone ai mutamenti climatici, è necessaria una diversa politica energetica ed industriale, per tutelare il territorio dai disastri ambientali.

Dopo il referendum del 12 giugno che ha cancellato il ritorno del nucleare in Italia, l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti si era affrettato a rilanciare il ruolo del carbone nel nostro paese. “In Italia l’alternativa al nucleare è il carbone” aveva affermato, per il quale si prospetta una crescita dei consumi dal 14 al 20 %. Peccato abbia trascurato che una politica energetica ed industriale basata sulle fonti fossili dimostri oggi tutti i suoi limiti. A partire dalle emissioni nocive per la salute e per i cambiamenti climatici che queste producono.

“Le centrali a carbone di Vado Ligure e La Spezia, commentano Stefano Sarti, Presidente di Legambiente Liguria e Santo Grammatico, Coordinatore regionale di Legambiente, sforano ampiamente i limiti stabiliti per le emissioni di anidride carbonica. Le istituzioni locali prevedono prescrizioni agli impianti, per una loro ambientalizzazione, ma queste non vengono rispettate e gli impianti continuano ad essere produttivi”.

Se a Vado Ligure il limite per le emissioni di CO2 dovrebbe essere di 3.8 Milioni di tonnellate e la centrale ne produce 4.3 Mt, a La Spezia si ha un limite di 2.7 Mt con una produzione di 3.1 Mt. e tra progetti di ampliamento e potenziamento del carbone le emissioni saranno destinate ad aumentare ancora.

Su Genova invece la chiusura del sito da parte di Enel si concluderà nel 2017, un tempo ritenuto dall’associazione ambientalista troppo lungo perché sia efficace rispetto alla battaglia per ridurre i cambiamenti climatici e quindi la richiesta è una sua riduzione al 2015.

“Purtroppo oggi, prosegue il commento di Legambiente Liguria, cominciano ad essere evidenti anche alle nostre latitudini gli effetti dei mutamenti climatici, che producono una intensificazione degli eventi metereologici estremi. In particolare nella nostra regione si creano le condizioni per una forte piovosità concentrata in pochissimo tempo con conseguenze drammatiche. Non correlare questi fenomeni ad una politica energetica scorretta è miope”.

Ma oltre le centrali termoelettriche, in provincia di Savona la filiera del carbone è appesantita dalla presenza della Italiana Coke, che con i suoi impianti vetusti è tra le maggiori industrie inquinanti in Italia, in relazione alle emissioni in atmosfera di idrocarburi policiclici aromatici.

Legambiente Liguria è stata in piazza il 29 ottobre insieme agli aderenti alla giornata nazionale contro il carbone per chiedere ai sindaci di Vado Ligure e Quiliano di non firmare la convenzione sull’ampliamento della centrale Tirreno Power, per una sua conversione a metano. Al sindaco di Cairo Montenotte di chiedere una nuova autorizzazione integrata ambientale per L’Italiana Coke, agli enti locali tutti di far rispettare le prescrizioni previste per le industrie inquinanti. A La Spezia la richiesta è quella di chiudere il gruppo a carbone, inquinante e vetusto e di realizzare un supplemento di istruttoria nella procedura di aia (autorizzazione integrata ambientale), in cui sia pienamente valutato e in tutti gli aspetti l’impatto sanitario della centrale sulla popolazione.

Questo articolo è stato pubblicato il 30 Ott 2011 alle 08:11 ed è archiviato nelle categorie Ambiente, Attualità, FONTI DI ENERGIA, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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