Porti turistici in Liguria anni settanta – 06

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni

Studi e progetti di porti turistici in Liguria all’inizio degli anni settanta.

Evoluzione delle nautica in Italia: porti turistici come “sistema”.
Bordighera

 

Porto turistico di Bordighera

Continuiamo la pubblicazione dedicata allo studio sui porti turistici ed approdi in Liguria, realizzato dal Centro Studi Unione Camere di Commercio della Liguria nel lontano 1972, riportando alcune considerazioni sull’evoluzione della nautica da diporto in Italia.

“Lo stesso documento programmatico nazionale per il quinquennio 1971/75 menziona l’opportunità  di elaborare un programma di sviluppo coordinato per la realizzazione di un sistema di porti ed approdi turistici “˜specializzati’ lungo le coste italiane, che poggi sull’identificazione di progetti specifici intercorrelati e tenga conto delle esigenze di una loro distribuzione ottimale su tutto il territorio, mediante:

– l’adattamento e il completamento dei porti ed approdi già  esistenti che, per le loro condizioni operative, possano essere parzialmente utilizzati;

– la creazione di porti ed approdi turistici nuovi, laddove essi manchino, nel quadro di un’analisi di sistemi integrati ed in base alle previsioni della domanda nazionale ed estera.

Tale progetto. Permettendo una polarizzazione di zone turistiche intorno a detti sistemi portuali, dovrebbe contribuire alla riqualificazione e diversificazione della nostra offerta turistica ed alla creazione di complessi integrati con il territorio circostante.

Si è fatto più volte riferimento agli approdi e porti turistici quale “˜sistema’. Ed è infatti di “˜sistema’ che si deve correttamente parlare in quanto la realizzazione sia pure di una pluralità  di porti turistici, non connessi tuttavia a sistema, non solo non dispiegherebbe tutti i suoi effetti diffusivi e moltiplicativi (sia sulle strutture economiche delle zone costiere interessate, sia in termini di valorizzazione delle aree circostanti e di conseguente stabilizzazione delle attività  turistiche), ma potrebbe ridurre e compromettere l’economia della gestione di ciascun porto.

Questo tipo di infrastruttura risponde, infatti, alla logica generale che presiede la realizzazionedi investimenti in “˜capitale fisso sociale’: essi procedono per “˜minimi-quanti’ o per “˜blocchi’ ed il loro rendimento ha inizio soltanto dopo la realizzazione di un intero blocco.

Inoltre, questo sistema mette in luce simultaneamente vincoli che ineriscono le singole infrastrutture (vincoli economici, tecnico-costruttivi, naturali, di salvaguardia paesistica, di insediamenti già  esistenti e, a livello più generale, di inserimento nell’economia costiera, nonché di integrazione con le aree metropolitane interne) e vincoli caratteristici alla nautica da diporto (vincoli determinati dal mezzo, dalla motivazione dello spostamento etc.) che potranno essere connessi solo in un quadro organico di complementarietà  e succedaneità  il quale, nell’ambito di ciascun comprensorio turistico, giunga alla localizzazione puntuale e alla definizione che ogni singolo scalo assumerà  nell’ambito del sistema, cosଠda massimizzare gli effetti indotti.

La presentazione dello studio sui porti e approdi in Liguria (realizzato da Unione Camere di Commercio della Liguria), continua con l’ottava puntata.

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 Ott 2006 alle 16:15 ed è archiviato nelle categorie - Porti Turistici Anni Sessanta, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o effettuare un trackback dal tuo sito.

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