Varazze – Tritarifiuti sotto il lavello – Parliamone

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e Dintorni
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Varazze, 28.06.2008.

Tritarifiuti sotto al lavello in uso negli USAPonentevarazzinoNews

Tritarifiuti sotto il lavello
Parliamone

L’incontro con i responsabili delle locali Istituzioni, Regione, Provincia, Comune, Verdi Liguria e Rete Nazionale Rifiuti Zero, tenutosi nella nostra sede il 5 giugno u.s., continua a far discutere a Varazze, in tutta la Liguria e pure altrove. Rassicuriamo quanti interessati, continueremo a trattare l’argomento e stiamo organizzando il secondo incontro, più specificatamente tecnico, programmato per giovedଠ4 settembre 2008.

Tra le tante segnalazioni ed argomentazioni pervenuteci diverse trattano del tritarifiuti o dissipatore di scarti alimentari. Alcuni ne parlano come di un elettrodomestico indispensabile, in grado di contribuire in modo determinante alla soluzione del problema della gestione dei rifiuti, altri come l’unico mezzo possibile per evitare la fallimentare iniziativa del ritiro porta a porta (ad alcune persone dover dividere i propri rifiuti non piace ed ogni scusa è buona per darsi una “valida” giustificazione), altri ancora come una possibilità  da vagliare, per stabilire se esistono in Italia le condizioni per un corretto utilizzo.

Ci siamo come da prassi documentati e riportiamo alcuni articoli che contribuiranno a chiarire la questione, che sintetizziamo brevemente dicendo che da noi non esistono in tutte le realtà  locali le condizioni per poter smaltire i rifiuti organici nella fognatura comunale, anche se sminuzzati e triturati. Sarebbe necessario modificare opportunamente gli impianti di depurazione, attualmente non idonei a trattare acque con particelle di rifiuti inquinanti di provenienza organica.

texa-bambio-1.jpgEsiste invece un nuovo elettrodomestico, di recente presentazione, ideato da una Azienda Italiana, che tritura e compatta direttamente in casa alcune tipologie di rifiuto, rendendoli inerti e pertanto inodore per alcuni giorni, il tempo che intercorre tra un ritiro e l’altro della differenziata porta a porta. Chiederemo maggiori informazioni all’Azienda, compreso naturalmente il prezzo d’acquisto e ne discuteremo ancora.
Riportiamo quanto trovato on line per avere una migliore visione d’insieme.

Dal sito di “Rasera“: A cosa serve il tritarifiuti: Elimina la maggior parte dei rifiuti alimentari.

Funzionalità , sicurezza ed igiene sono le peculiarità  che fanno del dissipatore un elettrodomestico indispensabile in tutte le cucine. La possibilità  di disfarsi dei rifiuti alimentari direttamente nel luogo in cui vengono prodotti e sbarazzarsi dei sacchetti maleodoranti che si rompono e macchiano è oggi una realtà . I rifiuti alimentari, immessi direttamente nello scarico del lavello, vengono eliminati in modo veloce, sicuro ed economico. L’assenza di lame all’interno dei dissipatori elimina qualsiasi timore sulla sicurezza di questo elettrodomestico.

Affidabilità  Tutti i dissipatori ISE (In Sink Erator) sono dotati di motore a induzione interamente progettato e realizzato appositamente per il dissipatore di rifiuti. …Omissis ..

IL TRITARIFIUTI SOTTO IL LAVELLO

Il dissipatore di rifiuti non è certo un’invenzione recente. Si racconta che fui inventato già  nel lontano 1927 dall’architetto americano John Hammes. Il tritarifiuti ha avuto poi una rapida diffusione in America e nei paesi nordici, solo recentemente ha fatto la sua comparsa nelle cucine europee. Da alcuni anni, anche un decreto legislativo italiano sancisce il corretto uso dei dissipatori e ne autorizza quindi l’inserimento nelle cucine.

“Non è ammesso lo smaltimento dei rifiuti anche se triturati, in fognatura, ad eccezione di quelli organici provenienti dagli scarti dell’alimentazione umana, misti ad acque domestiche, trattati mediante apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili, previa verifica tecnica degli impianti e delle reti da parte dell’ente gestore” Comma 3 del decreto legislativo n. 152, 11 maggio 1999.

Che cos’è?
Il tritarifiuti è un piccolo elettrodomestico che permette di triturare in poltiglia tutti i rifiuti organici della cucina per essere poi eliminati direttamente nel sistema fognario. Il tritarifiuti consente quindi di sminuzzare i rifiuti domestici in maniera veloce ed igienica, riducendo la massa di rifiuti alimentari delle abitazioni senza lasciare sgradevoli odori.

La gamma
Esistono in mercato diversi modelli di questi dissipatori; ciò che varia è sopratutto la potenza, da scegliere a seconda del numero dei componenti della famiglia, della tipologia di rifiuti che si producono e del numero di pasti che si consumano in casa quotidianamente. I più potenti sono dotati di una “inversione automatica” del ciclo di triturazione che rende la sua azione ancora più efficace. I modelli più diffusi hanno una potenza che varia dai 350 ai 750 W. Hanno dimensioni molto ridotte per questo possono essere inseriti sotto un lavello senza occupare troppo spazio.
La silenziosità  viene garantita da un ottimo isolamento acustico che elimina vibrazioni e rumori e funge anche da paraspruzzi. A questo si aggiunge un isolamento fonoassorbente.

Come si usa?
E’ sufficiente aprire l’acqua fredda del lavello e gettare solo rifiuti organici. Accendendo l’interruttore il tritarifiuti entra in azione rendendo poltiglia i resti del cibo. Il pulsante di attivazione può essere collocato anche lontano dal lavello, per impedire ai bambini di azionarlo.
Il tritarifiuti diminuisce quindi la produzione di rifiuti umidi ed organici che oltretutto non vengono spesso riciclati. Elimina il problema dei cattivi odori ed è una soluzione anche dal punto di vista igienico perché elimina immediatamente dalla casa una buona parte di rifiuti.

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Da “La Stampa“ – “Il tritarifiuti nel lavello genera inquinamento
“SIMONETTA.CONTI@MAILBOX.LASTAMPA.IT

Vorrei riuscire a evitare quell’odioso sacchetto dei rifiuti organici in casa – scrive Dorella di Torino – e ho chiesto a un idraulico di installare un tritarifiuti nel lavello di cucina. Mi ha detto che a Torino e forse ovunque non ne è consentito l’uso. Ma è vero?».

Ci siamo rivolti all’Autorità  d’ambito n. 3 “Torinese” – ATO3 – del servizio idrico integrato (www.ato3torinese.it). E’ vero: il tritarifiuti di materiale organico nel lavello della cucina non è consentito. La recente normativa nazionale in materia di tutela delle risorse idriche vieta lo smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in fognatura (cosଠcome indicato dall’ art. 107 del decreto legislativo n. 152 del 2006, recentemente modificato al comma 3, ove è indicato che “Non è ammesso lo smaltimento dei rifiuti anche se triturati, in fognatura”).

Divieto peraltro prescritto anche nei regolamenti comunali; quello della città  di Torino per la gestione dei rifiuti urbani (art. 9 com. 11) recita: “E’ vietato l’utilizzo di trituratori dei rifiuti installati presso le abitazioni e le altre utenze atti al conferimento dei rifiuti triturati in fognatura”. Restano a carico dell’utente eventuali responsabilità  per lo smaltimento non autorizzato dei rifiuti (art. 256 d.lgs n. 152 del 2006) e per i danni o disservizi che dovessero verificarsi a carico degli impianti pubblici. La Smat s.p.a., gestore del servizio idrico integrato nell’Ato3 che ha in primo luogo il compito di tutelare la qualità  della risorsa idrica, e l’Autorità  stessa, vietano l’utilizzo dei dissipatori di rifiuti alimentari o trituratori domestici sotto il lavandino poiché tali apparecchiature non sono compatibili con gli impianti idrici presenti in tutti i Comuni della Provincia di Torino.

Infatti i rifiuti alimentari anche se trasformati in particelle sottili e smaltiti nel lavandino, potrebbero causare sedimenti nelle condotte fognarie e col tempo ostruirle. Ciò soprattutto per le tubazioni di piccole dimensioni come ad esempio le reti interne degli edifici. Inoltre, il loro utilizzo comporterebbe un notevole incremento del carico organico che gli attuali impianti di depurazione delle acque reflue non sono in grado di trattare.

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Da “La Provincia di Bergamo“ – IL TRITARIFIUTI SUONA DI NUOVO LA CARICA

“¦ Omissis “¦ Il dissipatore di rifiuti domestici alimentari, o tritarifiuti, contestato dagli ambientalisti e da gran parte del mondo scientifico che si occupa delle opzioni sostenibili di gestione dei rifiuti (non a caso è vietato in gran parte d’Europa).

Per Legambiente si tratta di un provvedimento e di una strategia complessiva miope e sbagliata sotto diversi punti di vista, economico, ambientale e funzionale anzitutto.

In prima battuta va sfatato il mito della convenienza economica. Rispetto alle opzioni alternative (di raccolta dello scarto umido, auspicabilmente in maniera differenziata) il suo vantaggio è largamente indimostrato, visto che già  il normale costo di ammortamento dell’attrezzatura (e senza considerare i consumi energetici e idrici), oltre che il costo di depurazione e smaltimento dei fanghi, porta a oneri di gran lunga superiori di una raccolta differenziata intensiva secco-umido.

Ma c’è di più: chi promuove il sistema “per semplificare i criteri” (e dunque, nelle loro intenzioni, ridurre i costi) della raccolta dei rifiuti urbani, non tiene conto di un aspetto fondamentale, evidente a chiunque ha una vera conoscenza dei criteri operativi per la raccolta dei RU.

In realtà  la diffusione del tritarifiuti non può essere del 100% (si intaserebbero le linee fognarie principali e secondarie.

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Da “Edilone“ – Kambio: tritarifiuti compattatore domestico brevettato in Italia

texa-kambio-3.jpgUn elettrodomestico inventato in Italia potrebbe semplificare alcuni processi legati alla raccolta differenziata, consentendo in particolare una compattazione e riduzione del volume dell’80% dei rifiuti domestici, già  nelle case. Denominato “Kambio”, il brevetto nasce a Casole d’Elsa, in provincia di Siena, ed oltre a costituire il primo elettrodomestico che compatta e tritura biologicamente i rifiuti di casa, elimina altresଠgli odori sgradevoli.

L’elettrodomestico ha l’aspetto e le dimensioni di una comune lavastoviglie (disponibile sia nelle versioni da libera installazione, sia da incasso) ed è l’unico al mondo in grado operare una prima lavorazione dei materiali, offrendo alla raccolta pubblica il rifiuto già  selezionato e preparato. Non assimilabile ai tradizionali tritarifiuti o dissipatori molto in voga negli Usa, la macchina raccoglie il rifiuto triturato in una vaschetta che sottoposta alla nebulizzazione di un liquido biologico (prodotto al 100% da enzimi) non emette cattivi odori e può quindi essere svuotata anche una volta alla settimana, per esempio in occasione dell’arrivo del netturbino incaricato della raccolta porta a porta.

Prodotto da Texa Srl, azienda di Casale d’Elsa Siena nota a livello mondiale nel campo dell’automazione e della produzione di macchine speciali, il biotrituratore Kambio è stato presentato per la prima volta nel 2005 a partire dal marzo 2007 la versione più grande, che comprende anche il sistema di compattazione delle bottiglie di plastica e dell’alluminio, sarà  distribuita col marchio Rex-Elecrolux in tutta Europa, a parte la Germania dove avrà  marchio Aeg: sarà  quindi presente in alcuni modelli di cucina di serie. Nel modello da 60 cm, che prevede 3 scomparti, è possibile compattare plastica, carta/cartone o alluminio e triturare in modo biologico il rifiuto organico, anche il più difficile. L’utilizzo di questo brevetto potrebbe risultare interessante anche alle pubbliche amministrazioni ed alle aziende di gestione del ciclo dei rifiuti.

Firmato: il direttivo.

Questo articolo è stato pubblicato il 29 Giu 2008 alle 17:50 ed è archiviato nelle categorie - Rifiuti: gestione e trattamento, Ambiente, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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