Samso, un’isola a emissioni zero

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Varazze, 5 novembre 2009.

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samso_51109Samso, un’isola a emissioni zero

Vento, sole, e olio di canola è l’isola a emissioni zero. Gli abitanti usano turbine, pannelli solari e combustibili naturali. La gente è convinta: qui partirà la rivoluzione verde nel mondo. Dall’inviato di Repubblica Corrado Zunino.

KOLBY KAS (DANIMARCA) – Le dieci turbine a vento, piloni d’acciaio conficcati nel Mare del Nord ed emergenti per 77 metri, hanno cambiato il destino di un’isola. Al porto di Kolby Kas, centro geografico della Danimarca e dell’Europa, assicurano che quei piloni bianchi e sottili che portano energia buona alle loro case potranno cambiare il destino del mondo. Gli ambientalisti puri e Vittorio Sgarbi, da noi, li considerano l’ultimo insulto estetico, ma in questa isola della Danimarca grande tre volte Ischia – Samso, 4.500 abitanti – negli ultimi 12 anni le turbine hanno risollevato un’economia depressa dalla chiusura delle grandi fattorie, interrotto l’emigrazione dei giovani, richiamato ingegneri giapponesi e assessori olandesi.

Quelle 10 turbine “off shore”, moderna diga al carburante fossile, hanno fatto sì che l’isola di Samso sia diventata il primo e per ora unico insediamento umano ad aver abbattuto totalmente le emissioni di anidride carbonica. Il sogno ambientalista, l’ultima frontiera di un mondo che ha scoperto di dover essere sostenibile.

Il ferry, dopo un viaggio di due ore da Kalundborg, scarica sul porto auto a benzina e camion diesel. Davanti agli attracchi si allargano tre silos della Q8. Il petrolio, qui, non è vietato, solo lo si sta superando. Lasciati scorrere i pochi produttori di Co2, inizia la processione di chi si avvia a piedi, in bicicletta, su un carro trainato da cavalli verso i bed and breakfast dei 22 villaggi. Dodici anni di rivoluzione ecologista hanno creato una fama e, oggi, chi viene qui in vacanza lo fa con passo lieve, il binocolo a tracolla, le mazze da golf nella sacca. I “samsingers”, si chiamano così gli abitanti, coloro che cantano Samso, spiegano come le turbine siano state piantate anche in terraferma. Sono 11 e sono proprietà di residenti che ne possiedono le chiavi. In una turbina eolica si può entrare, salirne le scale, arrivare alla stanza dei rotori. Dove, premendo un pulsante, si libera la pala alla forza del vento e premendone un secondo si apre il tetto. Da lassù Samso si mostra con i suoi colori accesi e un equilibrio ideale fra canneti e campi da minigolf, fragoleti e bancomat.

Ventun turbine, 570 mila euro l’una il costo di quelle a terra, 2,2 milioni le “off shore”. Un investimento da 28 milioni di euro che è stato aiutato dal governo danese con abbattimenti fiscali e affrontato dal Comune e dai samsingers. Chi non aveva il capitale, in media 15 mila euro, o non credeva nel progetto, 1 su 4, oggi continua ad alimentare casa con la nafta. E nessuno lo discrimina. Gli altri proteggono le loro turbine e riprogettano le abitazioni. Hanno addobbato i tetti con il muschio per mantenere il calore, ci hanno inserito pannelli solari grandi come lucernai per l’acqua del boiler. A Samso, dove il sole si vede da maggio a fine agosto, per riscaldarsi usano paglia e trucioli di legno, le biomasse. Fieri della loro quotidianità ecologica, diversi farmers hanno acquistato in continente motori che possono essere alimentati dall’olio di canola, un fiore giallo ocra buono per condire l’insalata e far muovere trattori.

Alla fine dei ’90 qui importavano energia prodotta con il carbone. Nel 2001 avevano dimezzato le emissioni inquinanti, nel 2003 raggiunto l’autosufficienza energetica (pulita) e dal 2005 Samso restituisce alla Danimarca elettricità prodotta dal vento e dal sole. Quindi, i samsingers fanno profitti. “Quest’anno ho staccato un dividendo da 400 euro esentasse”, racconta Jesper Kjems, giornalista di Aahrus che si è riciclato alla causa ecologista di Samso. “Siamo pronti per una nuova missione: far diventare l’isola un paradiso sostenibile”. Vogliono importare auto elettriche, sfruttare le onde del mare, far crescere il riuso, vivere di raccolti e turismo leggero.

Sperimentare l’idrogeno. “Nel 1997 abbiamo vinto una gara e il governo ci ha chiesto di diventare un laboratorio di sostenibilità. Abbiamo dimostrato che in 10 anni si possono cambiare abitudini energetiche e stile di vita”. Ecco, la Cina inaugura quattro nuovi impianti a carbone al mese. Nell’Isola di Samso l’elettricista Brian Kjaer ha sistemato in giardino una turbina più alta di casa e risparmia 2 mila euro l’anno. Erik Koch Andersen, tra i più radicali, in garage ha un trattore, un’auto e persino una pressa alimentati dall’olio dei fiori. A Samso sono certi: cambieranno il mondo.

Fonte: Repubblica

Per approfondire:

Samso: viaggio nell’isola danese ad emissioni zero

A chi arriva col traghetto dallo Jutland o dalla Selandia, l’isola sabbiosa di Samsø (Samso), con le sue spiagge, i graziosi villaggi e la bella campagna, offre un approdo romantico. È una delle isole più verdi e fertili della Danimarca, dove si producono una grande varietà di frutta e verdure. In agosto si tiene un festival dedicato ai prodotti agroalimentari e per tutta l’estate chiunque può fermarsi ad acquistare frutta, verdura e ortaggi freschi dai banchetti disseminati lungo le strade di campagna, semplicemente lasciando il pagamento in un salvadanaio.

L’isola si trova a metà strada tra Copenaghen e la penisola dello Jutland, e si raggiunge facilmente con il traghetto, partendo da Hov oppure dal porto di Kalundborg se provenite dalla capitale danese. Se avete un auto a disposizione potete esplorare con facilità tutti i segreti dell’isola, in alternativa potete utilizzare la bicicletta (le dimensioni dell’isola lo consentono) ma ricordatevi che dovrete lottare con il vento e contro la variabilità del clima danese.

Il periodo migliore per una visita è l’estate, anche perchè molti dei musei ed attrazioni aprono proprio durante il periodo estivo. Grazie alle tantissime ore di luce, da maggio a fine agosto, le temperature salgono a valori gradevoli, e l’isola può essere ammirata in tutto il suo splendore.

Recentemente, l’isola ha messo sul mercato un nuovo prodotto: energia pulita e sostenibile. Poco più di dieci anni fa, Samsø si è aggiudicata l’offerta di divenire, con il sostegno del governo, la prima isola danese a emissioni zero. Nonostante i generosi sussidi pubblici, molti degli investimenti a lunga scadenza nell’energia pulita sono stati fatti dagli isolani stessi, come nel caso delle 21 turbine eoliche da 1 megawatt che coprono l’intero fabbisogno elettrico dell’isola, e che forniscono energia pulita anche alla rete nazionale.

Per ridurre le emissioni di biossido di carbonio, gli isolani hanno inoltre investito in un sistema di riscaldamento comunale, che viene alimentato da biomasse di produzione locale: fieno e trucioli di legno. Consulenti specializzati hanno spiegato ai proprietari di case cosa fare per risparmiare energia e le locali aziende di idraulica sono state istruite e certificate nell’installazione di tecnologie verdi in abitazioni e aziende, con un sussidio governativo pari al 30% della spesa. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, il regolare servizio di autobus è stato sostituito da bus a basso consumo a corse prenotabili.

Studi condotti dall’Accademia per l’Energia di Samsø hanno rilevato che le emissioni pro capite degli isolani sono inferiori del 20% rispetto alla media nazionale. Inoltre, l’esportazione di energia eolica pulita fa da contropartita alle emissioni di carbonio, annullando – e sopravanzando – l’impronta ecologica della popolazione. Grazie allo spirito pioneristico degli isolani, il futuro appare ancora più verde. È stato progettato un boiler a biogas per il riscaldamento comunale, un sistema che al tempo stesso ridurrà le emissioni tossiche delle serre e quelle di metano del bestiame. Inoltre, per diversificare la produzione energetica, è stato ideato un progetto pilota nel settore fotovoltaico. Ulteriori progetti riguardano le auto a idrogeno ed elettriche.

Negli ultimi anni, il turismo a Samsø è aumentato, anche grazie alla sua rivoluzione ecologica. Visitatori giungono da ogni parte del mondo e si fermano all’Accademia per l’Energia di Samsø per apprendere le tecnologie verdi e per conoscere di persona la comunità isolana che si è impegnata a garantire un futuro sostenibile.

A testimonianza dell’importanza del vento sull’isola di Samsø, i mulini sono infatti una delle sue attrazioni principali, che ci fanno vedere come già nei secoli scorsi il vento venisse utilizzato a servizio dell’uomo. Il mulino di Brundby Stubmølle data 17° secolo, probabilmente uno dei più antichi della Danimarca, e talvolta, in estate, viene ancora messo in funzione. Un altro mulino è il Kolby Mølle, che originariamente era stato costruito presso la cittadina di Jylland, ma fu poi trasferito a Samsø, dove potete ammirarlo lungo la strada che collega Kolby Kås e Kolby.

Altri luoghi di interesse e da vedere a Samsø.

Particolare è la chiesa di Nordby, sulla punta settentrionale dell’isola, dotata di un notevole campanile giallo, chiamato Klokketårnet, costruito successivamente all’edificio principale, proprio per consentire un migliore ascolto delle campane agli abitanti del villaggio .Trovandoci su di un isola non sorprende che una delle attrazioni più fotografate dell’isola sia un faro, il Vesborg Fyr, che si trova lungo la costa sud-occidentale, e domina la costa dall’alto di una scogliera.

Il punto più panoramico sull’isola è la collina di Ballebjerg, che si eleva di 64 m sul livello del mare, consentendo dalla sua torre bianca posta sulla cima, magnifiche viste verso Jylland e l’isola di Tunø.

Nel caso il tempo meteorologico risulti piuttosto inclemente, l’isola ha da offrire una buona collezione di musei. Alcuni hanno carattere storico (Kyholms historie – kaperkrig og karantæne) oppure rurale (Skippergården) troverete tutte le informazioni e gli orari di apertura presso il Velkomstcenter di Samsø.

Sull’isola ci sono alberghi, Bed & Breakfast e case vacanza. Coloro che giungono sull’isola ecologica senza auto possono noleggiare una bicicletta o magari un carro trainato da cavalli, come quelli che usavano i pionieri, da utilizzare come casa mobile per le vacanze.

Fonte: Il Turista

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Questo articolo è stato pubblicato il 05 Nov 2009 alle 09:01 ed è archiviato nelle categorie Ambiente, Attualità, FONTI DI ENERGIA, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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