Varazze – Deciso e duro attacco dell’Assessore Busso

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Varazze, 27.09.2007.

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Deciso e duro attacco dell’Assessore Busso

Siamo sempre più isolati noi del comitato di San Nazario, il quartiere degradato nell’estremo ponente cittadino, già  sede d’importanti e uniche industrie della zona agli inizi del novecento, oggi in buona parte abbandonate e fatiscenti.

Di questa situazione, noi abitanti del rione, ci vergognano sempre, tutti i giorni, e non solo quando dobbiamo attraversarlo per raggiungere il nuovo e moderno porto o recarci verso altri paesi, al cimitero, alla stazione ferroviaria, alla Caserma dei Carabinieri, ad accompagnare i figli al Campo Sportivo Comunale, o andare alla sede dell’AVIS, della CRI, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco o a fare compere al locale supermercato (quartiere degradato e con pressanti ed evidenti problemi di vivibilità  certamente, ma non isolato e abbandonato, anzi..!).

Il giro d’Italia impegna e interessa la città  per due o tre giorni, mentre chi abita, lavora e vive a San Nazario subisce l’influenza negativa, dell’evidente e colpevole immobilismo, tutte le mattine. Si, ci sentiamo isolati, nella nostra testarda ricerca di fare sedere intorno ad un tavolo i politici di maggioranza e minoranza. Manifesti, interviste e comunicati stampa con parole ed affermazioni che complicano una situazione che rischia di sfuggire di mano, ci lascia perplessi. Non riusciamo a comprenderne le motivazioni e le finalità , che certamente non faranno del bene né ai protagonisti né alla città .

Non esiste altra possibile scelta, occorre rivedere il recupero urbanistico di tutta l’area, iniziato con la costruzione del nuovo porto, che deve proseguire il più celermente possibile, tenendo conto di tutte le variabili, per non rischiare di commettere l’errore di consentire un recupero a vantaggio di pochi, che finisce di non risolvere problemi pregressi o addirittura di complicare la vivibilità  agli abitanti del quartiere.

Dopo l’articolo intervista pubblicato da “Il Secolo XIX” del 26.09.2007, che riportiamo a piè di news, per consentire un’attenta analisi e decidere una nostra valutata e seria presa di posizione, abbiamo ricevuto numerose lamentele per i toni che, l’Assessore Giovanni Battista Busso, ha usato nei confronti degli oppositori politici, che contestano l’intervento cosଠcome approvato con il SUI del 13 agosto u.s., vanificando in questo modo la raccolta di 2.353 firme di cittadini favorevoli ad un referendum che, se non ammissibile, non doveva essere accettato ed autorizzato.

Respingiamo accuse di “buonismo” nei confronti dell’Assessore Busso, al quale riconosciamo pregi e difetti tutti suoi, come pure il fatto di avere realizzato opere importanti per Varazze, senza avere avuto significative reazioni da parte delle Forze Politiche in quel periodo all’opposizione. Sono pure stati commessi errori e sottovalutate situazioni, dal nostro allora Sindaco e d oggi Assessore, ma sono cose che capitano solamente a chi prende decisioni e porta avanti progetti. Non dobbiamo commettere l’imperdonabile errore di lasciarlo anche in quest’occasione solo a decidere, per poi poterlo “crocifiggere”; aiutiamolo e collaboriamo con Lui perché nel ponente varazzino siano adottate le migliori soluzioni possibili.

La situazione odierna è cambiata rispetto a pochi anni addietro, esistono condizioni ambientali e sociali diverse, che mutano di continuo, giorno dopo giorno. Questo direttivo è convinto che l’intervento di riqualificazione del ponente di Varazze sia di tale importanza, che non può essere deciso a maggioranza di Giunta, senza scatenare reazioni molto importanti, non solo tra le forze politiche ormai concretamente impegnate e costrette a continuare la “lotta” intrapresa.

Siamo anche convinti che non tutto sia definitivamente compromesso; incontreremo l’Assessore Busso la prossima settimana, nell’occasione gli comunicheremo le nostre considerazioni e quelle che ci perverranno nei prossimi giorni da chi ci segue, e stessa cosa faremo con il Signor Sindaco avv. Antonio Ghigliazza, quando avremo analizzato tutte le reazioni e decisa la definitiva posizione del comitato sull’accaduto.

Firmato: Il direttivo.

Il Secolo XIX“ Addio ruderi industriali una torre divide Varazze
Il progetto San Nazario – 26/09/2007.

Referendum in forse. Il Comune: chi è contrario è un nemico del popolo.

“«CHI NON VUOLE questo intervento è un nemico del popolo!», urla nel suo ufficio l’assessore Giovanni Busso che fu sindaco, e che sindaco, di una Varazze intimamente comunista. Del resto: lui viene dal Pci, sulla scrivania ha le memorie di Giorgio Napolitano e poi si capisce subito che è uno che ci crede.

«Sà¬, ci credo. La parte occidentale della nostra città  va riqualificata ma le aree non sono nostre, e dunque bisogna mettersi d’accordo con i proprietari. A loro un legittimo tornaconto, a noi nuovi servizi per migliorare la qualità  della vita».

In sintesi: bisognerà  buttare giù l’ex conceria che è davanti alla stazione e poi i capannoni, semidistrutti, dove adesso è sistemato l’atelier di Piombo. Sopraelevare il campo di calcio e sistemare diversamente l’officina e il deposito che sono proprio dietro una delle due porte. Consentire ai privati di costruire appartamenti, compresa una minitorre di nove piani, e 300 parcheggi pubblici. Realizzare un hotel di lusso accanto ai cantieri Baglietto, i quali ovviamente dovranno ristrutturare lo stabilimento che al momento è indecoroso.

«Quando passa il giro d’Italia – dicono i varazzini – c’è da vergognarsi. E se uno arriva da Celle vede sobborghi degni di una città  postindustriale».

Vero, concordano gli oppositori. Noti anche come referendari, perché sono state raccolte 2300 firme per potersi esprimere sulla vicenda. Loro spiegano che «sicuramente bisogna intervenire. Ma in un altro modo. Perché tutti quegli appartamenti? E perché solo un campo di calcio e non una piscina, quando i nostri ragazzi sono costretti ad andare a nuotare ad Arenzano»?

Giovanni Busso non vorrebbe neppure il contraddittorio: «Non stimo i miei oppositori». Poi spiega che «al momento, nel quartiere di San Nazario, abbiamo 80 mila metri cubi di volume. Li riduciamo a 37 mila, 7 mila in più di quanto dice il nostro piano urbanistico comunale già  approvato in Regione. Ma in cambio ci paghiamo il campo e sistemiamo meglio i vigili del fuoco e la Croce Rossa. Creiamo un’area verde dove oggi c’è solo cemento. Aiutiamo con l’albergo la ripresa dei cantieri Baglietto che erano in crisi e oggi, dopo che abbiamo fatto il porto, impiegano 200 persone esterne… Più i 200 che lavorano all’interno del porto stesso».

I cantieri Baglietto sono in effetti rifioriti. Almeno cinque o sei yacht sono in costruzione, compreso quel Tin Tin che appena varato andò a sbattere contro il molo per eccessivo entusiasmo, pare, del timoniere. Solo il Tin Tin vale 38 milioni di euro.

Gli oppositori spiegano che un albergo accanto al cantiere, anzi praticamente dentro, è utopia: troppo rumore, charme dubbio. Il Comune replica che l’idea è geniale proprio per questo, sarebbe una ulteriore sinergia tra industria nautica e turismo d’elite.

Busso: «Francamente, i neoambientalisti mi hanno stufato. Sono io, in questa città , che ho tolto 130 mila metri cubi di cemento dai piani d’Invrea. E altri 80 mila dai piani San Giacomo. Sono d’accordo che non debba essere sacrificato il territorio intonso, ma se il territorio è compromesso? Avete presente il quartiere San Nazario»?

In effetti, non è pensabile conservarlo cosà¬. Il grigiore dei muraglioni. L’invadenza dei volumi. E tuttavia gli oppositori insistono, «i 37 mila metri cubi non tengono conto dell’area Baglietto e di qualche altro angolino…».

Il referendum pareva la sola strada possibile. Ma il sindaco Ghigliazza ha eccepito che è cambiata la legge e dunque le firme non sono valide. Gli oppositori si appellano a una sentenza della Cassazione e annunciano ricorso. Si vedrà .

Di certo, Varazze ha cambiato volto negli ultimi anni. Prima il cotonificio, poi il porto, adesso San Nazario: le ultime vestigia di quella che fu anche una città  industriale sono destinate a scomparire.

Tra l’altro. Il patron del porto Paolo Vitelli si ostina a non voler vendere la maggior parte dei posti barca, preferendo affittarli e conservare il valore degli immobili. Sarebbero numerose le banche che stanno facendo pressioni, in queste settimane, sul Comune: per investire appunto sulle nuove banchine, che saranno ulteriormente valorizzate dagli insediamenti immobiliari.

Un milione e 200 mila euro di oneri di urbanizzazione, più 400 mila per la costruzione vera e propria, sono giudicate una equa controparte dall’attuale maggioranza di centrosinistra che governa il Comune. Qualcuno ritiene che i 52 mila metri cubi complessivi meritino invece contropartite più sostanziose.

Alla fine si pronuncerà  la Regione, comunque, e il parere genovese sarà  fondamentale. Tra l’altro, nella zona di San Nazario bisognerà  mettere in sicurezza il rio Cucco, pericoloso in caso di esondazioni. Busso: «Un’operazione obbligata, avremmo dovuto farla comunque e ci sarebbe costata un occhio. Non è meglio cos଻? Gli oppositori sostengono il contrario. La battaglia si annuncia dura e lunga. – Paolo Crecchi.”

Questo articolo è stato pubblicato il 27 Set 2007 alle 20:37 ed è archiviato nelle categorie NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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