– Santuario di Nostra Signora della Croce

26 Ago 2006 Categorie: | nessun commento »

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Varazze, 2006.                                   Home page

Santuario di Nostra Signora della Croce di Castagnabuona

Notizie storiche: tratte dal volumetto di don Giovanni Giusto, con la supervisione di Angelo Regazzoni.

panorama-santuario.jpgCostruzione: La tradizione fa risalire la costruzione di un “pilone” al 1244, a ricordo del passaggio di Papa Innocenzo IV, in viaggio per Lione, nello stesso luogo dove egli si fermò accompagnato dalla sua corte e dai varazzesi, ad osservare dall’alto le dieci galee imperiali ancorate nel porto di Savona, incaricate di dargli la caccia. Dopo pochi anni venne costruita una piccola cappella, ampliata nel 1745 essendosi radicata nell’animo dei fedeli la devozione a Nostra Signora della Croce. Sul davanti, venne innalzato un porticato per dare riparo ai viandanti e pellegrini anche quando la chiesetta rimaneva chiusa.

altare-santuario-madonna-della-croceNel 1790, si iniziarono i lavori dell’attuale cappella. Molti abitanti di Castagnabuona contribuirono materialmente e con donazioni a contenere la spesa che fu di 2629.3 lire genovesi. Il lavoro di costruzione fu ultimato nel 1799 e la nuova chiesetta fu benedetta il 18 ottobre dello stesso anno. La colonia di pescatori varazzese che si trovava in Spagna, presso Gibilterra, venuta a conoscenza della costruzione della cappella, contribuì alla spesa in maniera sostanziosa, tanto che si poté acquistare uno splendido altare in marmo.

La devozione crebbe e con essa le offerte, tanto che nel 1852 si contattò lo scultore varazzino Prof. Michele Ramognino per la realizzazione del gruppo marmoreo: “Cristo con la Croce.” La Vergine che intercede per la città , l’angelo che ripone la spada vendicatrice.

gruppo-marmoreo3.jpgLa statua posta in un primo tempo in un luogo non consono a causa dell’umidità , fu spostata in una nicchia costruita apposta dietro all’altare dove ancora oggi si trova. Fu costruito anche un “coro” e dietro i suggerimenti di quanti non erano ancora soddisfatti del risultato, il pittore Semino, si incaricò di dipingere una tela che consegnò l’8 settembre 1863.

Nel quadro si riproduceva in maniera analoga il tema espresso nel gruppo marmoreo, venne posta la scritta che tradotta dal latino dice: “La nostra salvezza è nella tua mano” Nel 1866 Andrea Fazio, un orafo donò alla Cappella una campana e si impegnò a sostenere le spese per un campanile che venne portato a compimento nell’anno successivo con soddisfazione generale.nuova-immagine.jpg

Dalla costruzione del primo “pilone”, molte furono le vicissitudini che angustiarono gli abitanti di Castagnabuona:nel 1655, la peste, che dal Genovesato contagiò 125 persone causando la morte a più di dodici. Nel 1657,appena venne dichiarato lo “scampato pericolo” l’Autorità  comunale, il clero della parrocchia dei Santi Nazario e Celso e di S. Ambrogio, I Francescani, i Domenicani, tutte le confraternite di Varazze e una gran folla di fedeli, si recarono in processione a ringraziare la Vergine.

processione di CastagnabuonaNei primi giorni di maggio 1704, il terremoto obbligò gli abitanti di Castagnabuona a lasciare le case per vivere all’aperto. Nel 1709 poi, un gelo terribile distrusse non solo tutti gli alberi di agrumi, ma pure castagni e ulivi. Secondo la cronaca dell’epoca, se ne salvò solo uno.

Un’ulteriore calamità  danneggiò gli abitanti: la guerra. Il Giovedì Santo del 1800, l’armata francese comandata dal generale Massena, si scontrò in battaglia con gli Austriaci nella collina della Croce e nelle colline circostanti. I soldati saccheggiarono e derubarono i contadini distruggendo tutto quello che non potevano consumare. La cappella, trasformata in ospedale, fu nuovamente in un secondo tempo consacrata e riaperta al culto.

ss.jpgLa cappella possedeva prima del 1700, una terra boschiva denominata “La pineta della Croce”, terra donata dal Comune di Varazze e che “i massari” avevano dissodato realizzando una pineta. Cento anni dopo, a causa delle scarse finanze comunali, gli amministratori decisero di confiscare quelle terre diventate produttive e di proprietà  della Chiesa. La pineta della Croce fu messa all’asta e venduta al Sig. Fazio Domenico, unico offerente. L’autorità  ecclesiastica, minacciò la scomunica e il Fazio, da buon cristiano timoroso, evitò di convertire i beni acquistati a proprio uso, facendo atto di sottomissione. Gli abitanti di Castagnabuona tagliando alcuni pini, ricavarono dalla loro vendita la somma da usare per la restituzione del prestito contratto dal Fazio per l’acquisto della pineta. Con la cifra avanzata, e l’opera gratuita degli abitanti, fu costruita in continuità  della cappella una casa a due piani con relativa cisterna per l’acqua per ospitare il sacerdote.partalt.jpg

Dopo varie vicissitudini, tre sacerdoti della Congregazione dei FIGLI DI MARIA IMMACOLATA, rimasti dopo la soppressione dell’ordine da parte del governo italiano, si insediarono svolgendo l’attività  religiosa con tale cura da invogliare anche i fedeli di Celle a salire alla Croce per assistere alla S:Messa e ai Vespri con quelli di Varazze. Col tempo però, alla morte di due confratelli, rimase solo Don Pietro Cadei avanti con gli anni e impossibilitato ai lavori pesanti. Dovette lasciare l’incarico che rimase vacante per mancanza di nuove leve.

altare-bruciato.jpgLa devozione a Nostra Signora della Croce, si diffuse e crebbe anche a seguito del decreto papale del 1796, il quale concesse l’indulgenza plenaria nei giorni della Natività  ed Annunciazione di Maria S.S. Pio IX poi nel 1871, estese l’indulgenza anche nelle festività  della “Invenzione” e della “Esaltazione” della Santa Croce e nella seconda domenica di settembre in occasione della solenne esposizione ed adorazione del S.S. Sacramento. I fedeli, si recavano davanti alla Vergine per pregare, chiedere la sua intercessione e ringraziare: stanno a testimonianza, numerosi ex voto di pregevole fattura.

Per venire a tempi più recenti, c’è da ricordare il devastante incendio del 26 febbraio 1980. Nonostante le colline circostanti la Cappella fossero ammantate nscroce.jpgdi neve, il fuoco divorò le travi del tetto, danneggiò l’altare e il pavimento e quasi distrusse il dipinto di Semino. Solo l’impegno dei vigili del fuoco e dei volontari accorsi alle prime avvisaglie ha potuto evitare il peggio.

La volontà  della popolazione, e i sacrifici di tanti altri, ripararono i danni e restituirono alla devozione dei fedeli la cappella come possiamo ammirarla oggi, quando accaldati saliamo in cerca di frescura e pace; quella pace interiore che si ottiene solo col silenzio e la preghiera.

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