Libertà di ampliare o ricostruire per rilanciare l’economia

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Varazze, 10.03.2009.

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Libertà di ampliare o ricostruire
per rilanciare l’economia

La nuova politica edilizia ed abitativa messa in cantiere dal Governo, per un settore in difficoltà è una buona iniziativa e una straordinaria occasione mirata a far ripartire l’economia, in un particolare periodo di recessione globale, che non sappiamo ancora quando finirà e, soprattutto, a quali e quanti danni dovremo porre rimedio ad inversione dell’attuale trend negativo.

La preoccupazione di possibili abusi è però presente, e non possiamo fare finta di niente e gridare “eureka” al “piano casa”, che alcune regioni hanno già approvato e il Consiglio dei Ministri dovrebbe farlo nella prossima riunione. Come coniugare, ci chiediamo, la necessità di semplificare iter burocratici complicati e farraginosi, con la necessità di preservare la nostra maggiore risorsa, rappresentata da uno stupendo territorio, invidiato da tutto il mondo per le sue specifiche peculiarità e per la quantità di beni storico-architettonici, presenti in ogni città e persino nel più piccolo dei paesi?

Passate catastrofiche esperienze non lasciano spazio a facili ottimismi. Tante sono le ferite inferte alle nostre coste e litorali unici per bellezza e caratteristiche climatiche; troppi gli abusi spesso impunemente perpetrati a danno del patrimonio storico e ambientale; numerose le edificazioni realizzate in luoghi notoriamente soggetti ad esondazioni, frane, alluvioni, oppure soggetti a vincoli architettonici e paesaggistico-ambientale, per non nutrire dubbi sulle assicurazioni e promesse di serrati controlli e severe pene per gli eventuali trasgressori.

Attendiamo comunque di analizzare quanto il Governo deciderà nel prossimo Consiglio dei Ministri, convinti della necessità di provvedimenti forti ed innovativi, che sappiano smuovere il mercato e sollecitare l’italica inventiva e genialità, grazie alla quale sono state superate altre difficili situazioni.

Per chi vuole approfondire l’argomento riportiamo alcuni articoli di stampa:

Da “IlSole24Ore” del 10 marzo 2009 – Casa, il Veneto approva legge per rilanciare l’edilizia

Via libera della giunta regionale del Veneto al disegno di legge per sostenere il settore dell’edilizia da parte della giunta regionale del Veneto. La giunta, presieduta da Giancarlo Galan, ha approvato all’unanimità il ddl dal titolo “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per promuovere le tecniche di bioedilizia e l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili”.

Soddisfazione del governatore del Veneto Giancarlo Galan, per il via libera della giunta regionale al disegno di legge che interviene a sostegno del settore dell’edilizia, promuove le tecniche di bioedilizia e utilizza le fonti di energia alternativa e rinnovabile. Un ddl che anticipa le misure che il governo prenderà in uno dei prossimi consigli dei ministri. “Personalmente ho concordato con il presidente Berlusconi ed il sottosegretario Letta – ha spiegato Galan al termine della Giunta – le direttive del prossimo provvedimento governativo ed avendo la certezza che non ci saranno sorprese, nel Veneto abbiamo anticipato quelle che saranno le linee operative”.

Galan ha spiegato che in questo modo i cittadini veneti saranno invogliati ad investire i loro risparmi e, così, a ridare vivacità all’economia. Non solo, “ammoderneremo il Veneto, magari buttando giù qualche capannone industriale ormai inservibile e costruendone di nuovi”. Galan ha poi aggiunto che le misure serviranno per “introdurre aspetti tecnici innovativi nella edilizia”.

Il disegno di legge sarà “una spinta importante per un settore in difficoltà e una straordinaria occasione di far ripartire l’economia. Sarà una delle vie venete per combattere la crisi”, ha aggiunto il governatore che ha assicurato che i centri storici non saranno toccati: “Questo disegno di legge è anche un invito alla gente che tiene i soldi sotto il materasso a migliorare la propria casa ed è un intervento che fa bene al privato e al collettivo”.

Il presidente del Veneto ha poi ricordato: “con Berlusconi abbiamo cercato di concepire qualcosa che rilanciasse il settore edilizio, ne è venuto fuori un provvedimento che ha un punto fermo: avere cercato di abolire tutti quegli aspetti riguardanti la parte burocratica, aspetto che darà un beneficio reale all’economia”.

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Da “Repubblica” del 7 marzo 2009 – Progetto di alcuni governatori del centrodestra sarà in parte ripreso dall’esecutivo.

Possibile un aumento delle cubature fino al 20%. Chiesta anche una sanatoria – Un piano straordinario per l’edilizia libertà di ampliare o ricostruire – di Alessandra Carini.

C’è chi la chiama legge anti-catapecchie, chi un rinnovamento edilizio stile Obama, cioè per promuovere l’utilizzo delle fonti di energia alternativa. Ma la rivoluzione annunciata da Silvio Berlusconi per l’edilizia, “un piano straordinario con effetti eccezionali sulla casa”, dice il premier, promettendone l’approvazione al prossimo consiglio dei ministri, è anche qualcos’altro.

C’è un intervento di edilizia popolare con un piano da 550 milioni concordato con le regioni: le case saranno date in affitto a giovani coppie, anziani, studenti e immigrati regolari, con diritto di riscatto. Ma il grosso della manovra è un altro: il via libera a un sostanzioso aumento delle cubature di tutto il patrimonio edilizio esistente, una liberalizzazione spinta delle norme per costruire, un ritorno in alcuni casi al “ravvedimento operoso” dal sapore di condono. C’è un articolato, già discusso da Berlusconi con i governatori del Veneto, Giancarlo Galan, e della Sardegna, Ugo Cappellacci, che costituisce l’ossatura di quella “rivoluzione” annunciata ieri, che ha ottenuto già l’approvazione delle due Regioni. È probabile che al prossimo consiglio dei ministri il premier proponga un progetto molto simile a quello dei governatori.

Vediamolo questo progetto di stampo “federalista” che potrebbe essere ripreso in gran parte dal governo. Titolo: “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per promuovere l’utilizzo di fonti di energia alternativa”. Dà la possibilità alle Regioni che la accettino, di ampliare gli edifici esistenti del 20%, di abbattere edifici ( realizzati prima del 1989) per ricostruirli, con il 30% di cubatura in più, in base agli “odierni standard qualitativi, architettonici, energetici”, di abolire il permesso di costruire per sostituirlo con una certificazione di conformità, giurata, da parte del progettista, di rendere più veloci e certe le procedure per le autorizzazioni paesaggistiche.

Il primo punto riguarda l’ampliamento degli edifici esistenti. I Comuni posso autorizzare, ” in deroga ai regolamenti e ai piani regolatori” l’ampliamento degli edifici esistenti nei limiti del 20% del volume, se gli edifici sono destinati ad uso residenziale, del 20% della superficie se sono destinati ad altri scopi. L’ampliamento deve essere eseguito vicino al fabbricato esistente. Se è giuridicamente o materialmente impossibile sarà un ” corpo edilizio separato avente però carattere accessorio”. In caso di edifici composti da più unità immobiliari l’ampliamento può essere chiesto anche da singoli separatamente.

Ma non basta. La Regione “promuove” la sostituzione e il rinnovamento del patrimonio mediante la demolizione e la ricostruzione degli edifici realizzati prima del 1989, che non siano ovviamente sottoposti a tutela, e che debbono essere adeguati agli odierni standard qualitativi, architettonici ed energetici. Anche qui i Comuni possono autorizzare l’abbattimento degli edifici ( in deroga ai piani regolatori) e ricostruirli anche su aree diverse ( purché destinate a questo scopo dai piani regolatori). Qui l’aumento di cubatura previsto è del 30% per gli edifici destinati a uso residenziale, e del 30% della superficie per quelli adibiti ad uso diverso. Se si utilizzano tecniche costruttive di bioedilizia o che prevedano il ricorso ad energie rinnovabili l’aumento della cubatura è del 35%.

Tutti questi interventi debbono rispettare le norme sulle distanze e quelle di tutela dei beni culturali e paesaggistici, non potranno riguardare edifici abusivi, o che sorgono su aree destinate ad uso pubblico o inedificabili, non potranno essere invocate per aprire grandi strutture di vendita, centri commerciali. Sono previsti sconti fiscali: il contributo di costruzione sugli ampliamenti sarà infatti ridotto del 20% in generale e del 60% se la casa è destinata a prima abitazione del richiedente o di uno suo parente entro il terzo grado.
 
Fin qui la legge che verrà proposta alle Regioni, che ha già la disponibilità di Veneto e Sardegna, anche se non c’è dubbio che, con Comuni assetati di quattrini e assediati dalla crisi economica, le adesioni saranno molte. C’è anche una ridefinizione delle sanzioni, solo amministrative nei casi più lievi e più severe se nel caso di beni protetti. E’ previsto un ambiguo “ravvedimento operoso con conseguente diminuzione della pena e nei casi più lievi estinzione del reato”, dal sapore di condono, e norme per semplificare le procedure riguardanti i permessi in materia ambientale e paesaggistica. 

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Da “Repubblica” – Una legge contro il territorio

Le licenze facili e i permessi edilizi fai da te decretano la fine delle nostre malconce istituzioni. Il territorio, la città e l’architettura non dipendono da un’anarchia progettuale che non rispetta il contesto, al contrario dipendono dalla civiltà e dalle leggi della comunità. La proposta di liberalizzazione dell’edilizia, annunciata dal presidente Berlusconi, rischierebbe di compromettere in maniera definitiva il territorio. Ecco perché c’è bisogno di un sussulto civile delle coscienze di questo paese.

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Da “La Stampa” del 10.03.2009 – Tremonti: “Per l’edilizia Iva al 10%”

Il ministro dell’Economia: «Regime agevolato da adesso è permanente»

Il regime di Iva agevolata al 10% per l’edilizia in Italia diventa permanente. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze, Giulio Tremonti. La scadenza era al 2010. La riunione dei ministri dell’Ecofin di oggi ha infatti deciso di autorizzare i Paesi membri ad applicare l’Iva ridotta in alcuni settori: oltre all’edilizia sono toccati dalla riforma la ristorazione, le piccole riparazioni, la pelletteria e le cure della persona.

«È una buona dote fiscale per la nostra nuova politica edilizia ed abitativa», ha affermato il ministro. «È stata una decisione – ha aggiunto – che abbiamo accolto in maniera particolarmente positiva, perché abbiamo difeso il regime speciale dell’Iva ridotta per le ristrutturazioni edilizie e abbiamo ottenuto che questo regime diventi permanente». Dunque, «la vecchia norma che sarebbe scaduta nel 2010 diventa eterna». Il ministro del Tesoro parla poi dei conti pubblici annunciando che il rapporto approvato oggi dall’Ecofin sul programma di stabilità dell’Italia «è fortemente positivo anche rispetto ad altri paesi Ue». «Il bilancio della Repubblica italiana per il 2008 chiude bene ed è già molto, nel 2009 vedremo», ha concluso Tremonti.

Il direttivo.

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 Mar 2009 alle 20:17 ed è archiviato nelle categorie Ambiente, Attualità, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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