Savona: Sintesi Tavola Rotonda della ‘Federazione della Sinistra’
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Varazze, 15.12.2009.
PonentevarazzinoNews
Sintesi Tavola Rotonda della ‘Federazione della Sinistra’
Riceviamo e pubblichiamo Sintesi della Tavola Rotonda della nascente “Federazione della Sinistra”, tenutasi Venerdì 11 dicembre 2009 presso la Sala Rossa del Comune di Savona.
Lavoro: frammentazione, diritti, precariato. Affrontare la crisi dalla parte dei lavoratori, ORA!
Prima uscita pubblica a Savona della nascente “Federazione della Sinistra” che, dopo l’assemblea fondativa di sabato 5 dicembre 2009 a Roma, si presenta al variegato mondo della Sinistra con una iniziativa pubblica che vuole affrontare uno dei temi fondanti di questo nuovo soggetto politico: il lavoro. La Federazione, che vede quali soggetti promotori il Partito della Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani, Socialismo 2000 e l’Associazione Lavoro-Solidarietà, si rivolge a tutti i soggetti politici, le associazioni, i movimenti e le singole persone che vogliono impegnarsi per il superamento del capitalismo e del patriarcato.
Per far fronte alla divisione e alla frammentazione che hanno caratterizzato il cammino della cosiddetta “sinistra alternativa” si vuole, con questo atto politico, costruire un’unità fondata sulla chiarezza programmatica in piena indipendenza politica e culturale dal centro sinistra, al fine di sconfiggere il berlusconismo – inteso come espressione di sovversivismo delle classi dirigenti e della cultura reazionaria – e costruire un’alternativa sociale, politica e culturale. La Federazione, forte di un profondo antifascismo, assume il diritto al lavoro come fondamento della democrazia e della dignità della persona ed è questo il senso di questo primo incontro pubblico che vede seduti intorno al tavolo della Sala Rossa del Comune di Savona, Rosa Rinaldi, della Direzione Nazionale Prc, Gianni Pagliarini, Responsabile Lavoro del PdCI, Andrea Sassano, esponente ligure di Socialismo 2000 e Gian Paolo Patta, Presidente dell’Associzione Lavoro e Solidarietà. Coordinano l’incontro Marco Ravera, Segretario Provinciale Prc e Claudio Gianetto, Segretario Provinciale PdCi.
Spetta a Ravera l’introduzione della serata che definisce la nascita della Federazione: “un passo in controtendenza rispetto al percorso della sinistra di questi ultimi anni. Un tentativo di dare una risposta a chi non trova nel Pd lo sbocco naturale alle proprie aspirazioni. Una voce all’associativismo di sinistra. Un treno con le porte aperte a chi dice un chiaro no a questo modello di sviluppo proposto dalle destre. Un percorso che mette insieme tanti sì che ci unisco e lascia fuori i pochi no che ci dividono. Il documento che presentiamo oggi è anche uno sprone alla nostra presenza sul territorio. Un percorso avviato che si svilupperà nella prossima primavera nei vari impegni che ci vedranno impegnati sia sul fronte referendario che su quello più propriamente elettorale”.
A Gianetto tocca il compito di ringraziare i presenti, in primis la rappresentanza dell’ANPI, invitando chi non lo avesse ancora fatto a sottoscrivere l’appello che questa importante organizzazione antifascista ha promosso in difesa della costituzione. Entrando poi nel merito della serata ha toccato il tema cardine dell’incontro: “Prendiamo con questa Federazione un impegno forte per le tematiche del lavoro, per questo lavoro, che è sempre meno, che continua a produrre sempre più incidenti e morti sui posti di lavoro, quel lavoro frammentario, precario, che impedisce progetti di vita, quel lavoro che si vede erodere giorno dopo giorno i suoi diritti conquistati al prezzo di dure lotte. Abbiamo il dovere di riavvicinare quei compagni che non ci hanno più seguiti mentre eravamo presi dalle nostre dispute futili su chi fosse un po’ più a sinistra e lasciavamo che la deriva destrista prendesse sempre più forza e la Lega occupasse gli spazi che noi lasciavano progressivamente vuoti. A chi ci chiederà che fine hanno fatto queste dispute ora potremo rispondere con le parole chiare di Paolo Ferrero, pronunciate proprio i 5 dicembre al Teatro Brancaccio “mettiamo fuori dalla porta le cose che ci dividono e mettiamo insieme l’essenziale che ci unisce” Ha ragione Ravera questo è un treno con le porte aperte che accoglierà tutti coloro che ne vorranno condividere il percorso, salendo sui vagone della democrazia, dell’antifascismo, del lavoro, dell’eguaglianza di genere. Mancano i vagoni del carrierismo e dell’opportunismo, cose non comprese nel biglietto”.
A portare il saluto della CGIL il suo Segretario Provinciale Francesco Rossello
“ Sono importanti i dati che segnano la crisi del lavoro nella nostra provincia: almeno 2000 unità coinvolte nella crisi occupazionale. Un problema diffuso che vede in prima linea il precariato e l’urgenza del suo superamento. Ci troviamo di fronte un governo che delega al privato e agli enti bilaterali la gestione del welfare. Un governo che fomenta le differenze fra generazione e fra i diversi generi di lavoratori mettendoli gli uni contro gli altri, al punto che presi nell’incolparsi a vicenda non si chieda più merito rispetto agli impegni mancati da parte del governo. Ed è per questo che non ci sono 100 manifestazioni al giorno come dovrebbe essere e non si chiede conto al governo delle mancate azioni di argine alla crisi.
Occorre metter in campo tutte le iniziative possibili in cui partiti e sindacati ritrovino momenti di incontro con i movimenti spontanei per recuperare un consenso che in questo momento è in crisi. La CGIL è l’unica rimasta a difendere alcuni principi democratici come la rappresentatività. Dobbiamo continuare la battaglia in difesa dell’uguaglianza di tutti i lavoratori, siano essi iscritti o no al sindacato. Dobbiamo cercare le cose che ci uniscono e superare le ovvie differenze, con un fine comune e mi auguro che questa Federazione sia un importante occasione di partenza.”
E’ lasciata a Rosa Rinaldi l’analisi alta della Federazione:
“L’assemblea del 5 ci ha invitato a mettere insieme le aspettive della nostra gente che paga sulla propria pelle la crisi. La manifestazione che è seguita al pomeriggio ha superato la sola richiesta di dimissioni di Berlusconi ma, forte anche di quanto sancito nel mattino, ci ha spronato a lavorare per stilare un documento programmatico in difesa della costituzione e dei diritti dei lavoratori. E’ stato un grande momento partecipativo che è senz’altro partito dal popolo della rete ma a cui noi abbiamo partecipato in modo fattivo e con una importante azione di coordinamento. Non possiamo più permetterci di dividerci: la nostra gente deve sapere se sei efficace in una lotta, che peso riesci ad avere e se sei capace di costruire una lotta sociale vera. Dobbiamo tornare a percorrere il solco del movimento operaio con la coscienza che è in atto una forte regressione sul piano salariale e della libertà sul lavoro. Non basta avere ragione, perché la questione del voto utile e il bipolarismo, voluto dalle attuali forze di governo, ci chiamano fuori. Siamo scomodi perché noi pensiamo che il popolo deve votare il parlamento e non il governo, contro la democrazia materiale di Berlusconi che vuole il singolo contro la rappresentatività popolare.
E’ una lunga storia di divisioni la nostra, dalla bolognina in poi. Ed è per questo che non oggi non facciamo un partito, che pur servirebbe, ma una Federazione che sappia ricomporre le forse della sinistra guardando a tutto ciò che abbiamo davanti e che chiede aiuto. Partiamo dai piccoli fatti simbolici che ci vedono uniti nelle lotte dei compagni che difendono il loro lavoro, per costruire piattaforme locali e nazionali, per accettare la scommessa che vuole vedere anche soggetti diversi uniti nella federazione. Una modalità che non vuole cancellare il proprio percorso ma mettere insieme le proprie esperienze e i propri trascorsi. Ivan della Mea diceva che la lotta è di tutti e per tutti. Oggi la lotta torna a pagare e noi dobbiamo esserci, uniti nei valori prima ancora che nei programmi. In parlamento per la prima volta dalla nascita della Repubblica i lavoratori non sono più rappresentati da un partito di riferimento e questo è gravissimo ed una colpa a cui va dato rimedio.”
Gianni Pagliarini entra nel merito della crisi economica che il nostro Paese sta attraversando e lo fa attraverso i dati dell’OCSE e dell’ISTAT che dipingo impietosamente un Paese che ha perso e continua a perdere posizioni nelle classifiche mondiali ed europee, esplicitando un problema diffuso e non assolutamente superato. “Per questo c’è bisogno di ricostruire una sinistra forte in grado di incidere sulle scelte di questo paese. Superare le divisioni per non avere un approccio negativo sulla diversità. Siamo all’interno di una crisi profonda, economica, sociale e culturale e le azioni di contrasto sono insufficienti e inadeguate. Da Berlusconi e dal suo Ministro all’economia questa crisi non è stata ammessa prima e si è pensato fosse già superata poi. Dopo un anno questa crisi è si dimostra sempre più a favore di ricchi, banche e speculatori che l’hanno generata ed è stata scaricata totalmente sulle fasce più deboli, pensionati e lavoratori. Questo nostro percorso è pensato per innovare il modo di rapportarci con il fare politica ma deve anche saper recuperare la migliore tradizione delle passate esperienze. E’ in atto oggi una crisi delle ideologie ma la gente non la percepisce ed è per questo che siamo chiamati a ricreare dei modelli organizzativi e di informazione. Se non affrontiamo la ricomposizione del mondo del lavoro e il senso di appartenenza ad una classe diventerà difficile sostenere e invertire un percorso di cambiamento. Ricomporre il mondo del lavoro e mettere in rete i lavoratori, questa è la grande scommessa che ci sentiamo di assumere”
Andrea Sassano fa una veloce analisi del processo formativo della Federazione:
“ Sono stato molto colpito dalla partecipazione della giornata del 5 dicembre, perché non era un passaggio scontato e perché abbiamo alle spalle una storia difficile. Così come mi hanno colpito il disegno dei passettini disegnati alla fine del documento programmatico, con due piccole scarpe rosse in cammino e la scritta “si parte”:erano di speranza come la manifestazione del pomeriggio. Chiediamo perché scommettere sulla federazione. Perché è il primo tentativo di ricostruire la sinistra partendo dalla valutazione delle esigenze e dalle fasi che sta attraversando il nostro paese. Mettere in campo un processo unitario è un passo importante per una sinistra rappresentativa e propositiva. Scommettere per uscire dalla crisi partendo dal tema centrale del lavoro per combattere la precarietà e il superamento dell’art.30. Infine perché la federazione deve avere come tema fondamentale la difesa della democrazia. Difesa che non si può lasciare ad altri perché una lotta per la tutela del lavoro è anche una lotta per difendere la democrazia. Certamente dobbiamo fare un grosso lavoro su noi stessi per rivedere alcune delle nostre posizioni. Dobbiamo aggiornaci e fare riflessioni politiche insieme per essere presenti nella società, nei luoghi di lavoro e nelle scuole. Questa sinistra deve esistere non per se ma per le classi più deboli di questo paese
La chiusura è lasciata a Patta e alla sua analisi da navigato analista delle problematiche del lavoro.
“Viviamo una crisi che è la cattiva combinazione del capo del governo con il suo finto ottimismo e dele azioni del governo che non ha fatto nulla per farla finire. Questa non la prima crisi che dobbiamo affrontare. In tempi recenti basti ricordare quella del 1993. Se pensiamo che gli effetti di quella crisi si sono sentiti fino al 2003, pur essendo una crisi molto meno grave, dobbiamo credere che ci vorranno 15 anni per riuscire recuperare i livello del ‘97. Se quindi gli effetti della crisi ci saranno ancora per molti anni è ovvio che da qualche parte si dovranno far uscire degli utili: devono necessariamente diminuire i padroni che possono dividersi i pochi utili. Se il capitalismo non cambia i suoi modelli di sviluppo e i suoi prodotti la crisi continuerà per molto tempo. Ma chi decide questo cambio di modelli? Stati forti, cosa che non è questo governo che sta aspettando il momento di fine-crisi senza nessun tipo di intervento. Non potrà, questa volta, essere la finanza creativa di Tremonti, anche se ci sta riprovando usando per esempio il tfr per recuperare finanze, a superare la crisi. Ci vuole un grosso intervento del pubblico per una trasformazione economica profonda. Quindi la sinistra che si riunisce deve essere all’altezza di questi problemi e offrire le proprie soluzioni. Non possiamo accontentarci di una lotta di resistenza. Dobbiamo essere una forza di progresso che dà risposte alle persone che stanno male e vogliono cambiare la loro condizione.
Ripensiamo alla sinistra dell’800 e dell’900 e alle cose buone di cambiamento che sono state fatte e da lì ripartiamo. Noi come Associazione abbiamo deciso di aderire perché la falce e il martello, che ritroviamo nel simbolo della Federazione, per noi rappresentano il lavoro e il superamento del capitalismo. Oggi gli operai e i lavoratori sono stati sbattuti fuori dalle istituzioni segando alle basi la costituzione e l’art.1. Oggi un operaio, come singolo, non conta nulla, serve un partito di massa. Da 10 anni gli operai non hanno migliorato la loro condizione. Abbiamo uno strumento straordinario che è la costituzione: un fatto vivo che va difeso. Noi e non altri dobbiamo costruire un partito di massa. O la forza politica è forza all’interno dei lavoratori o non è una forza politica incisiva. Se non parliamo più con gli operai è perché non gli parliamo dei loro veri problemi e non gli spieghiamo come stanno le cose. Per il futuro dobbiamo fare un programma a lungo periodo con il contributo di tutti a partire dai circoli e dai posti del lavoro. Forza, si parte!”
Il direttivo.
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