Varazze – La figura del dottor Giuseppe Massone, Caterinato d’Onore

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Varazze, 12.12.2008.                                            Home page

La figura del dottor Giuseppe Massone Caterinato d’Onore

2006-copertina-libro.jpgPonente Varazzino, grazie alla preziosa collaborazione dell’affezionata nipote Paola ricorda, nel decimo anniversario della sua morte, il compianto e illustre concittadino dottor Giuseppe Massone, che resterà  per sempre nei cuori dei varazzini e di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo:

Il dottor Massone è stato un grande dono del Signore e, per noi tutti, una grande grazia averlo avuto come fratello …” – scrisse di lui Monsignor Mario Ismaele Castellano (106.mo Arcivescovo di Siena: 6.6.1961-14.1.1990) fondatore e primo Presidente dell’Associazione Internazionale dei Caterinati.
Giuseppe Massone, nato a Varazze il 3 marzo dei 1910 e morto il 12 novembre del 1998, è stato un amato e stimato medico di famiglia e pediatra di più generazioni di varazzesi.

Uomo di grande cultura, di forte valenza democratica, fervente cattolico, durante la guerra svolse l’attività di medico volontario e dopo, insieme all’amico dott. Berto Ghigliotto, fu membro fondatore del C.L.N. varazzese.

dr-giuseppe-massone-71-bn.jpgNel primo dopoguerra, eletto Consigliere Provinciale, si prodigò per migliorare la viabilità e i trasporti pubblici nelle frazioni oltre che farvi installare le linee telefoniche, aiutato in questo dall’amico on. Carlo Russo. In seguito non accettò più cariche politiche per dedicarsi in pieno alla sua “missione” di medico. Per anni fu responsabile dell’E.C.A., Ente Comunale d’Assistenza.

Fondò le sezioni varazzesi dell’ Ass. Medici Cattolici, dell’AVIS, (per la quale brevettò un’apparecchiatura per l’emotrasfusione diretta senza contatto tra donatore e ricevente), del consultorio familiare interno al C.I.F. e ne fu anche presidente. Diede inoltre origine alle sezioni varazzesi dell’UNITALSI, della C.R.I. e dell’A.V.O., sempre aiutato da validi collaboratori.

Per molti anni fu fiduciario rappresentante de ” La Nostra Famiglia”; opera impegnata nella rieducazione dei bimbi neurolesi e spastici, fondata da don Luigi Monza e dal dott. Massone fortemente e combattivamente voluta in Varazze.

arrivo-statua-scaterina-nel-porto-s-c.jpgA metà anni ’60 fece sorgere un Comitato popolare che rappresentasse tutta la cittadinanza (e di cui fu presidente l’indimenticabile ing. Carlo Nocelli), per l’erezione di una statua di S. Caterina all’imboccatura del porto di Varazze, come simbolo di pace e protezione, facendovi scrivere: A Santa Caterina da Siena, intrepido apostolo di concordia, approdo di pace in Cristo, Varazze, immutata nella riconoscenza, il suo porto affida.

Nei primi anni ’70 fondò e fu primo presidente del gruppo varazzino dell’Associazione Ecumenica Internazionale dei Caterinati appena creata da mons. Mario Ismaele Castellano O.P., allora Arcivescovo di Siena.

L’Associazione andava a rinnovare, secondo lo spirito del Concilio Vaticano II e prendendo spunto dalla proclamazione a “dottore della Chiesa” della santa senese, l’antica confraternita di S. Caterina. In seguito, nel 1993, mons. M.I. Castellano proclamerà il dott. Massone “Caterinato D’Onore” venendo a Varazze per consegnargli personalmente l’attestato.
Si deve prevalentemente all’impegno di Giuseppe Massone (oltre a don Raffaello Lavagna, all’ing. Carlo Nocelli e ad altri grandi collaboratori) la creazione, negli anni ’50, delle Sacre Rappresentazioni Cateriniane, per le quali scrisse anche alcuni testi, e del Corteo Storico.

Il Corteo Storico sulla vita della santa è ancora oggi un’importante e caratteristica manifestazione religioso-culturale della città, che, per il pregio dei suoi costumi e l’ottima regia, mantiene intatta la sua attrattiva sia fra i cittadini come fra i turisti.

La cura della rappresentazione teatrale di atti biografici della patrona di Varazze fu un impegno costante nella vita di Massone e per essa si valse del valido aiuto di molti volontari fra cui è bene ricordare la sorella Zelinda, la sig.na Anita Vallino e Tonino Olivieri.

Il dott. Massone nutriva un particolare legame con la frazione Faje, dove trascorreva le sue ferie senza per altro essere mai “in vacanza“.

A questo paesino dedicò tempo ed energie, sia sul fronte civile, sia su quello ecclesiale, fino ad esserne chiamato, per un breve periodo, ad assumere la cura amministrativa della piccola comunità parrocchiale.

Tra gli anni ‘60/’70, in stretta collaborazione con alcuni fidati e validi paesani che prestarono la loro opera, creò un comitato per rifare totalmente la chiesa parrocchiale sfruttandone al meglio gli spazi e creandone anzi di nuovi, liberando la chiesa dal vincolo di una scala interna che la collegava ad un appartamento di privati. Trovò chi offrì il rifacimento del pavimento, chi costruì  il confessionale, chi comprò l’orologio e chi lavorò per il tetto.

Si deve al suo interessamento la progettazione della strada che tuttora collega le Faje alla località Pratorotondo, sul monte Beigua, e che attraversa campi e pascoli, rendendone più agevole il loro raggiungimento.

Sostenne l’attività di quei parrocchiani di buona volontà, che cercavano di dare ai giovani ed agli anziani della frazione spazi ricreativi legati alla loro parrocchia. Per questo scopo convinse il fratello, proprietario di un campo sito accanto alla chiesa, a venderlo a prezzo ridotto.

Il terreno fu vincolato alla chiesa stessa e venne destinato allo svago dei ragazzi e alle sagre paesane; collaborò, inoltre, alla fondazione dell’associazione Pria Faja, che tuttora esiste ed agisce per il bene del paese (l’affetto e la riconoscenza degli abitanti delle Faje verso il dott. Massone sono rimaste inalterate nel tempo tanto che, nei primi anni 2000, avanzarono domanda al Comune per intitolare la piazza della chiesa a suo nome).

Professionalmente il dott. Massone svolse il suo incarico di medico condotto come una missione. I suoi pazienti trovavano in lui non solo un capace medico ma anche un confidente ed un fidato consigliere. In caso di necessità  lui accorreva ad ogni ora del giorno e della notte, spesso senza farsi pagare, regalando talvolta i medicinali e, all’occorrenza, aiutando economicamente. Per tutti aveva sempre parole di conforto. Nella memoria dei Varazzini sono ancora presenti le lunghe file di pazienti e bisognosi in attesa, nell’anticamera del suo studio.

Per anni fu responsabile sanitario dei seminaristi carmelitani del Deserto di Varazze, ma la sua opera andava ben oltre le prestazioni professionali tanto che, in molti sacerdoti di oggi, è rimasto vivo il ricordo di lui e dei suoi insegnamenti di quegli anni.

Fu anche responsabile sanitario della colonia estiva dei frati Cappuccini che aveva sede nel loro convento di Varazze e che ospitava bambini di Domodossola.

Un grande aiuto e sostegno ha dato, negli anni, alla Comunità d’Accoglienza delle suore del Buon Pastore che operano nel recupero di ragazze ex drogate, ospitate con i loro figli.

Il dott. Massone, testimone coerente di fede cristiana in ogni sua attività  sia professionale sia sociale, fu un profondo studioso della Sindone e di santa Caterina da Siena oltre che un attento partecipe alla vita della Chiesa. Ne sono prova sicura sia la carità  silenziosa e autentica, praticata verso ogni bisognoso con cui veniva in contatto, sia il suo legame a diversi ordini religiosi: Cappuccini e Carmelitani, dei quali era terziario, Salesiani, di cui era ex allievo e cooperatore, e Domenicani, coi quali aveva uno stretto rapporto come medico e come studioso di Santa Caterina e del Beato Jacopo.

Riguardo a quest’ultimo, nel 1970, fondò il “Centro Studi Beato Jacopo” attraverso il quale fu creato il Comitato promotore della traslazione delle spoglie del Beato da Genova a Varazze. Pochi anni più tardi diede vita ad un Comitato speciale per la ristrutturazione della Cappelletta del Beato Jacopo sita in località Montadeù, a Casanova, trovando, come sempre, validi collaboratori.

In qualità di studioso della S. Sindone, scrisse un’interessante perizia a carattere medico sulle tracce sindoniche, dimostrando minuziosamente la loro completa corrispondenza con le sevizie inferte a Gesù durante la sua passione, così come riportate nei Vangeli.

Realizzò, inoltre, uno studio molto approfondito sul volto sindonico, con particolare riferimento alla sua perfetta e singolare simmetria.

Come medico e come cristiano fu un tenace difensore della vita e in quest’ambito si impegnò in studi approfonditi su paternità e maternità responsabile. A scopo educativo, istituì corsi di formazione per coppie di giovani sposi, con stesura di dispense informative e coinvolgimento di medici locali.

Ancora oggi, a 10 anni dalla sua morte, sono molte le persone (laici e consacrati) che ricordano il bene materiale e spirituale ricevuto dal dott. Massone e che desiderano espressamente testimoniarlo.

L’associazione AVIS volle sigillare nel tempo la sua riconoscenza apponendo sulla sua tomba una targa con questa scritta: “Ci hai insegnato ad amare per essere ciò che siamo. La tua gioia per la vita è la forza che oggi ci portiamo dentro.”

Fin qui detto è solo un breve e incompleto riassunto delle opere svolte dal dott. Massone, ma molto e molto ancora si potrebbe dire sull’attività  silenziosa e costante che svolgeva nel quotidiano e sull’aiuto in denaro e preghiere offerto ai missionari dei vari ordini: Salesiani operanti in India, Cina e Africa, ma anche Francescani, Carmelitani ed altri.

Tutto questo suo operare era sostenuto da una fede profonda e coraggiosa, costantemente alimentata e rinnovata dal frequente accostarsi ai sacramenti e dalla preghiera quotidiana, sia comunitaria (la sua giornata iniziava con la s. messa), sia familiare (la recita dell’Angelus, il rosario serale e la preghiera prima dei pasti) che personale, nella quale non mancava mai la lettura meditata delle sacre scritture.

Questa fede profonda il dott. Massone l’aveva maturata in età adulta, con una conversione travolgente e non priva di sofferenza.

Conversione sicuramente sostenuta dalle fervide preghiere della sorella e della madre, ma soprattutto stimolata da un episodio fortemente incisivo avvenuto nella sua vita: la guarigione a Lourdes della sorella Zelinda.
Da allora: difficoltà , problemi di salute (soffriva di una miopia fortissima che gli aveva procurato anche la caduta di una retina) e amarezze non hanno mai scalfito né la sua fede nella Verità , né la sua costante riconoscenza per la misericordia di Dio.

Il suo continuo “educarsi“, correggersi, informarsi, studiare, anche a livello professionale, lo hanno accompagnato per tutta la vita, mantenendo la sua mente lucida ed attiva fino alla fine.

Proprio negli ultimi anni, dal ‘96 al ‘98, con grande impegno cercò di far partire un progetto nel quale credeva moltissimo e che rispecchiava il suo alto ideale politico, vale a dire il “Coordinamento dei cattolici nella politica e nel sociale”. Un coordinamento basato su una “coscienza oggettiva”, legata ai principi cristiani, che sapesse innalzarsi e prevalere sulle scelte politiche personali. Un progetto con un obiettivo evidentemente troppo elevato, che, con suo rammarico, non ebbe grandi sviluppi, ma per il quale lui si prodigò fino al termine della sua vita. Una vita vissuta a pieno fino all’ultimo e amata, come dono di Dio, in ogni sua espressione.

Don Natale Ramognini, che aveva seguito spiritualmente il dott. Massone nella sua malattia, durante l’omelia funebre, riportò con commozione il desiderio da lui espresso prima di ricevere l’ultima comunione: “Cupio dissolvi ed esse cum Cristo!”. Le parole di San Paolo diventavano, così, compendio di tutta una vita!

Nel 2003 il Comune di Varazze intitolò una piazza a suo nome e lo ricordò solennemente.

Nel 2006, la Diocesi di Savona-Noli lo nominò “Laico Cristiano Esemplare del ˜900” e come tale lo presentò al Convegno Ecclesiale di Verona, che si tenne in ottobre. Nel novembre dello stesso anno, l’Amministrazione Comunale e le parrocchie dedicarono una settimana d’incontri al suo ricordo, settimana che culminò con la presentazione del libro: “Laico Cristiano Esemplare del ˜900” e la S. Messa, presieduta dal Vescovo Mons. Domenico Calcagno.

Nel 2007, in occasione della visita “ad limina” dei vescovi liguri in Vaticano, mons. D. Calcagno consegnò una copia della biografia del dott. Massone a papa Benedetto XVI.

Nel 2008, le sue riflessioni “Le sette Parole di Gesù in Croce – spunti di meditazione“, sono state usate per il “Cammino Quaresimale”, nella Parrocchia di Sant’Ambrogio.

Il dott. Massone ha anche scritto un’intensa e significante “Via Crucis meditata sulle impronte sindoniche” molto richiesta e usata in ambiti sia religiosi, sia secolari.

Nel libro “Voci e Volti di Liguria” l’autore e giornalista Rai, Enzo Melillo, ha dedicato un capitolo alla figura del dott. Massone.

Ogni anno intorno al 12 novembre, data della sua morte, vengono celebrate messe in suo ricordo nelle principali Chiese di Varazze.

Si raccolgono ancora testimonianze sull’operare cristiano del dott. Massone, da parte di chi l’ha conosciuto.

Profilo curato dalla nipote Paola Massone.

Questo articolo è stato pubblicato il 12 Dic 2008 alle 16:55 ed è archiviato nelle categorie - Giuseppe dr. Massone, CITTADINI EMINENTI:, IN RICORDO DI:, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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