Porti turistici in Liguria anni settanta – 01

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30.09.2006.

Porto turistico di ArenzanoStudi e progetti di porti turistici in Liguria all’inizio degli anni settanta

Porto turistico di Arenzano

Introduzione del Presidente Centro studi Unioncamere Liguri

Continuiamo la pubblicazione dedicata allo studio sui porti turistici ed approdi in Liguria, realizzato dal Centro Studi Unione Camere di Commercio della Liguria nel lontano 1972, riportando la presentazione all’accurato e preciso lavoro di ricerca, fatta dal Presidente del Centro, all’ora in carica, dott. Beppe Manzitti:

Questa pubblicazione rappresenta un nostro primo contributo per avviare a soluzione uno dei problemi centrali per la Liguria: la riqualificazione e l’ammodernamento delle strutture e delle infrastrutture per il turismo.

Si tratta di un problema che, pur settoriale, assume rilievo generale in ragione dell’incidenza sull’economia regionale delle attività  dirette ed indirette indotte dal turismo, fino a divenire fondamentale laddove – come in certe zone del nostro litorale – il fatto turistico non rappresenta una scelta di indirizzo economico, né una valutazione di opportunità , ma la sola “chance” per aree, per così dire, “univocazionali”.

La tematica inerente è complessa e consente approcci da più angolazioni, tutte egualmente importanti e suscettibili di soluzioni “Promozionali”.

Ci interessa qui soprattutto focalizzare uno degli aspetti che, se non è il principale, si pone oggi chiaramente alla ribalta dell’opinione pubblica e degli Amministratori, reclamando una precisa risposta: quello dell’adeguamento delle attrezzature per la nautica da diporto.Riteniamo infatti maturi i tempi perchè il discorso dei porticcioli turistici sia impostato con chiarezza sia in campo nazionale, sia nell’ambito di una politica di programmazione strettamente regionale. Pensiamo anche che il discorso debba partire dalla Liguria che è la Regione con più antiche e radicate tradizioni di turismo marino e che quindi presenta le migliori opportunità  e prospettive di successo degli interventi in tal senso diretti, anche in relazione all’ampiezza e composizione tipologica dell’abituale hinterland di gravitazione turistica.

Il problema riveste un interesse generale; ad una sua razionale impostazione e soluzione vi sono interessate non solo le correnti turistiche nazionali ed estere abituali che chiedono più qualificati servizi e più moderne attrezzature da diporto, ma le stesse collettività  dei centri costieri che da nuove iniziative infrastrutturali valide, in linea con i tempi, si attendono importanti risultati economici ed occupazionali, sia nelle attività  più strettamente connesse alla nautica da diporto sia nei comparti commerciali, artigianali e dei servizi collegati.lo sviluppo della nautica è infatti un fenomeno destinato ad esercitare, con la sua dinamica di tipo fortemente progressivo, profonde implicazioni sull’evoluzione del turismo nazionale e ligure.

I progressi del settore sono stati compiuti in ogni campo dove l’iniziativa pubblica e privata potevano spaziare entro limiti giuridici adattabili alle esigenze della pratica; è rimasta invece pressoché ferma la situazione nel campo delle infrastrutture, ancorata ad una normativa che si basa sulla classificazione delle opere portuali del 1885 ed agli interventi statali dell’immediato dopoguerra, per cui modesti progressi hanno conseguentemente compiuto le costruzioni di approdi specializzati per il turismo nautico o, quanto meno, adattabili a tale specifico scopo”. L’interessante presentazione del Dott. Manzitti, continua con la terza puntata

Questo articolo è stato pubblicato il 30 Set 2006 alle 00:59 ed è archiviato nelle categorie - Porti Turistici Anni Sessanta. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o effettuare un trackback dal tuo sito.

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