L’Associazione ‘Voglio Vivere’ e l’inchiesta di Genova su AMT e AMI

Comitato spontaneo di quartiere “Ponente Varazzino e dintorni“
comitato@ponentevarazzino.comwww.ponentevarazzino.com

Varazze, 21.10.2008.

PonentevarazzinoNews

logo-mi-manda-anna-massone.jpg

L’Associazione ‘Voglio Vivere’ e
l’inchiesta di Genova su AMT e AMI

Riceviamo dall’Associazione Nazionale “VOGLIO VIVERE“ … mi manda Anna Massone – La vera tutela dei diritti degli utenti e dei consumatori, e divulghiamo per quanti interessati a seguire l’ennesimo “pasticcio” sulla gestione di AMT, purtroppo uno dei tanti emersi ultimamente. Confidiamo venga fatta chiarezza e i colpevoli puniti seriamente, senza i consueti “taralluci e vino”.

Nel 2007 MERELLA FA SEQUESTRARE DAI MAGISTRATI LA VIDEOCASSETTA DI DENUNCIA DEL COORDINAMENTO VOGLIO VIVERE:

CLAMOROSO AUTOGOAL ?

Nel 2007 finalmente la Corte dei Conti aveva iniziato controlli sui libri contabili di AMT, AMI, GENOVA PARCHEGGI.

Dopo anni di battaglie condotte impavidamente da Anna Massone, presidente del Coordinamento Nazionale per la Tutela di Consumatori e Utenti VOGLIO VIVERE, si cominciavano a vedere i primi risultati che interessavano in un sol colpo quattro realtà .

Il caso AMT, AMI e GENOVA PARCHEGGI era esploso con la creazione delle aree blu e l’incremento delle corsie gialle per i bus. Mentre i genovesi “˜mugugnavano’, Anna Massone denunciava la situazione che aveva portato il Comune di Genova a moltiplicare le aziende allo scopo di ridurre il disavanzo AMT, ma che in realtà  aveva moltiplicato le clientele, le consulenze esterne ed i costi ormai fuori controllo.

“Da anni seguiamo la vicenda del trasporto pubblico locale e con fatica siamo riusciti ad avere i bilanci di AMT per fare un’analisi sommaria dei costi. Certamente, per andare a fondo e trovare le conferme a quelle che erano solo ipotesi, ci voleva l’intervento qualificato delle Autorità .

A noi poveri mortali si oppone sempre quella che erroneamente si definisce privacy, anche quando i bilanci riguardano soldi pubblici”, dice Anna Massone e continua: “Nel 2007, durante una trasmissione a RAI 3, ho cercato di spiegare agli utenti le interconnessioni tra le varie società  ed in particolare il ruolo centrale giocato dall’Assessore Arcangelo Merella. Subito dopo la messa in onda vengo a sapere dai funzionari della sede regionale RAI che la cassetta con la registrazione è stata posta sotto sequestro su richiesta di Merella che si sarebbe rivolto al magistrato per tutelarsi. Quel giorno con quella mossa Merella si è fatto autogol! Da quel momento sono iniziate le indagini, sà¬, ma nei suoi confornti!  Avevo riferito fatti già  noti inserendoli però in un quadro d’insieme che ha evidenziato certe peculiarità “¦.Ad esempio, che Merella da un lato diminuiva il numero dei parcheggi liberi e dall’altro, tramite GENOVA PARCHEGGI, riscuoteva ticket e multe senza che nessuno “controllasse il controllore”.

“L’ingresso in AMT della società  privata francese Transdev ha portato inevitabilmente alla richiesta di un aumento del biglietto con la scusa di giungere ad un pareggio del bilancio in tempi brevi. A consuntivo 2006 il Comune ad AMT versava fino ad un massimo di 6 milioni di euro a copertura dell’incremento di costi, ma non erano sufficienti per colmare la voragine AMT.

Per salvare AMT la giunta Pericu nel 2005 l’aveva scissa in due creando AMI sulla quale aveva scaricato debiti ed oneri, ma anche un patrimonio importante di immobili e rimesse anche in zone di pregio. Nel 2006 AMI aveva perdite per circa 18 milioni di euro ed AMT per 6 milioni. AMI, attraverso l’Agenzia di Mobilità , si occupava dei parcheggi e della pianificazione della mobilità , della manutenzione dei mezzi AMT, dell’integrazione tra servizio pubblico e mobilità  privata. Risultato: parcheggi più cari d’Italia, manutenzione dei mezzi affidata sempre più spesso a ditte esterne e che lascia sempre più a desiderare: mancano gli investimenti ed il personale specializzato. Sembrava che per gestire il trasporto pubblico non fossero sufficienti l’assessorato, l’AMT con i suoi consulenti, l’AMI con i suoi consulenti e le altre Agenzie che nascevano come funghi per moltiplicare consigli d’amministrazione e consulenti.

Accumulare in 7/8 mesi 24 milioni di euro di debiti, pari a circa 48 miliardi delle vecchie lire, richiede molte attenzioni e particolare efficienza “¦ Quale sarà , poi, l’alchimia contabile che porta a creare nuove aziende per appianare un debito? A noi sembra che la moltiplicazione delle aziende provochi soltanto una moltiplicazione dei costi!

Confidiamo che la giustizia ponga rimedio”.

Riportiamo articolo di “Il Secolo XIX“ del 21.10.2008 con le dichiarazioni del Sindaco Vincenzi sull’argomento: Amt, sapevo che era un errore – L’inchiesta di Genova.

Il sindaco parla dell’operazione decisa da Pericu e finita nel mirino dei pm. «Se sono state fatte cose sbagliate, qualcuno pagherà »

Genova. «Ho pensato da subito che Ami sarebbe stata una bad company». Il sindaco di Genova Marta Vincenzi spiega al Secolo XIX perché fece marcia indietro sulla separazione di Ami da Amt, decisa dal suo predecessore Giuseppe Pericu per evitare il fallimento dell’azienda dei trasporti pubblici. «Fu un errore pensare che questo grande centro di manutenzione (l’Ami) potesse stare in piedi: non ci stava». Il sindaco dice di credere nella buona fede dichiarata da Pericu. A proposito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Genova, commenta: «Se sono state fatte cose sbagliate, qualcuno pagherà ».

Il direttivo.

Questo articolo è stato pubblicato il 21 Ott 2008 alle 18:05 ed è archiviato nelle categorie Attualità, NEWS DA VARAZZE, SPIGOLATURE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

Scrivi una risposta

Devi essere loggato per inserire un commento.