Varazze: Svelato il restauro del Polittico di Sant’Ambrogio, presente Mons. Lupi, per la festa del Beato Jacopo

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Varazze, 18.07. 2010.                                 Home page

Svelato il restauro del Polittico di Sant’Ambrogio, presente Mons. Lupi, per la festa del Beato Jacopo

Varazze_13.07.2010_Inaugurazione Polittico_di G. Barbagelata_restauratoDopo la S. Messa delle ore 18 in S. Ambrogio, presieduta dal Vescovo Mons. Vittorio Lupi, è seguita alle ore 20.45 la presentazione del Polittico di Giocanni Barbagelata, alla presenza di autorità, esperti e un numeroso pubblico di fedeli ed appassionati d’arte.

Testo di Lorenzo Grazioli Gauthier.

Attesa e curiosità hanno tenuto sospesi i numerosi presenti martedì sera, nella chiesa Collegiata di Sant’Ambrogio a Varazze durante la presentazione dell’intervento di restauro, da poco concluso, sulla importante opera cinquecentesca del Barbagelata.

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Presentazione introdotta dal Prof. Marco Damonte, tesoriere del Circolo Culturale Kairos, e pro-nipote  proprio di Mons. Calandrone che operò per il recupero dell’opera a metà del secolo scorso. Hanno portato il loro iniziale saluto le autorità presenti, a cominciare da Mons. Vescovo Vittorio Lupi, il Parroco di Sant’Ambrogio Can. Giulio Grosso e dal Sindaco di Varazze, a nome della amministrazione, Prof. Giovanni Delfino ricordando come proprio il 13 luglio il calendario fissa memoria del “nostro” Beato Jacopo.

Menzionati tutti gli enti patrocinatori e che hanno collaborato all’evento, necessaria la sinergia di diverse figure coinvolte, a comunicare da chi ha lavorato per il restauro dell’opera: la Diocesi di Savona – Noli , Ufficio Beni Culturali,  con la Parrocchia di Sant’Ambrogio, la Soprintendenza ai beni artistici della Regione Liguria, il laboratorio del restauratore Nino Silvestri, la Compagnia San Paolo di Torino che ha compartecipato con la Parrocchia alla non indifferente spesa d’intervento; Il Circolo Culturale Kairos con il Centro Studi Jacopo da Varagine, i Padri Domenicani di Varazze e la Parrocchia dei Santi Nazario e Celso. Vera propria sinergia necessaria come da programma per poter al meglio onorare la memoria del Beato Jacopo, nostro compatrono e tale importante evento storico-artistico.

Intervento del dott. Paolo Pacini dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali, “conservare e presentare l’arte sacra oggi”, il quale ha introdotto ai presenti la realtà e le modalità a cui fare riferimento per poter avviare interventi simili, la necessità di rifarsi correttamente e puntualmente agli uffici competenti, il prezioso operato dei Parroci, così come anche dei laici per il mantenimento di tale nostro immenso patrimonio artistico, la procedura per avviare richiesta di contributi e la collaborazione con la Soprintendenza, anche in tempi di scarsità di risorse economiche, indispensabile per la messa in opera degli interventi, riqualificazione e “ricerca” storico-artistica.

Successivamente, coadiuvato da proiezione digitale, il dott. Massimo Bartoletti, della Soprintendenza ai beni storici, artistici ed etnoantropologici della Liguria, trattando il tema “Giovanni Barbagelata e la pittura tra fine XIV e XV secolo” ha ripercorso con numerose e significative immagini l’evoluzione artistica del Barbagelata, cominciando dal Polittico dell’Annunciazione a Calvi in Corsica, confrontandone la mano con alcuni contemporanei, le linee pittoriche e tratti caratteristici.

L’occasione del restauro è stata anche opportuna per recuperare in Soprintendenza la storia della vicissitudini dell’importante Polittico, che fu veramente “ritrovato” e che si può dire colga nella serata di martedì 13 luglio una nuova riscoperta. L’importante opera giunse però alle soglie del XIX secolo pressoché abbandonata e dimenticata. Nel corso del secolo fanno testimonianza le lettere inviate dallo storico Giovanni Patrone, nel 1929 e 1935, alla Regia Soprintendenza (Liguria-Piemonte-Valle d’Aosta), nelle quali segnala e riporta la presenza delle tavole, disgiunte, in particolare del centrale San’Ambrogio. Immagini immortalate all’epoca per l’editore Sansoni di Firenze. Il panello centrale, individuato singolarmente, fu sottoposto ad un intervento di restauro per essere esposto, l’appurata paternità della firma del Barbagelata  accese nuovamente l’interesse per la magnifica opera, riconoscendone i tratti. Si giunge così alla storia degli ultimi sessant’anni, passata la furia della guerra, per interessamento di Mons. Francesco Calandrone nel 1949 si sottopose a intervento di restauro l’intera opera, disposto dalla Soprintendenza alle Gallerie ed Opere d’Arte della Liguria. Restauratore fu il Fiscali. Del lavoro di restauro se ne occupò il prof. Gian Vittorio Castelnovi della detta Soprintendenza.

Lo stesso Castelnovi nella sua relazione del 1951: “nell’ambito della più arcaicizzante  tradizione ligure, la sua personalità è caratterizzata da modi rudi ma schietti ed incisivi; le sue figure sono costrutte e tornite come statue, i panneggi hanno consistenza e rigidezza metalliche … in particolare la figura di S. Ambrogio in trono ricalca quella della tavola di S. Nicolò a Pietra Ligure, di due anni precedente, anch’essa probabilmente comparto centrale di un polittico; in quest’ultima il segno è meno incisivo e le figure di minore solidità e nitidezza. Il polittico di Varazze denuncia quindi notevoli progressi rispetto al suo predecessore di Pietra Ligure ed è considerato uno dei massimi capolavori del Barbagelata.” Immagine di san Nicola, molto simile a quella di Sant’Ambrogio, con la quale lo stesso dott. Bartoletti si è apprestato a chiudere il suo documentato quanto interessante intervento.

La parola è passata allora al restauratore genovese Nino Silvestri, ha illustrato le fasi del restauro. Partendo dalla situazione in cui versava l’opera prima dell’intervento, le parti più danneggiate ed esposte, ha ricordato come non solo manca della tavola centrale del registro superiore ma anche della cornice e pertanto le tavole vennero in passato ridimensionate. Le gravi fessurazioni, la rigida intelaiatura, così come si usava in passato, che ha però reso fisse le tavole, ingabbiando il legno nei suoi naturali assestamenti. Ha illustrato ai presenti le tecniche più sofisticate per lo studio dei colori, naturali, a raggi UV e le micrometriche operazioni di campionamento. Le fasi della pulitura e del ritrovato splendore. Il Silvestri ha inoltre evidenziato l’importanza dell’ambiente in cui è collocata l’opera, della temperatura-riscaldamento, tasso d’umidità ed illuminazione, ormai a fronte delle recenti acquisizioni non più trascurabili per una corretta conservazione.

Il Frate Predicatore, Fra Giacomo Grasso, ha concluso la serie degli interventi,  con il tema “S. Ambrogio secondo Jacopo da Varagine”, esempio di presentazione di un importante Santo da parte dell’Arcivescovo genovese, partendo dal significato etimologico del nome “Ambrogio”. Non atto tanto allo stupore narrativo dei miracoli, nella prima parte, quanto poi allo stile di vita.

“Ambrogio era molto austero. Digiunava tutti i giorni, tranne il sabato e domenica, nonché nelle grandi feste. Ebbe grande carità. Quanto aveva lo dava alle chiese e i poveri, senza serbare nulla per sé. Umile e laborioso scriveva di sua mano le sue opere, finché glielo permise la salute. Nell’apprendere la morte di un sacerdote o di un vescovo li piangeva soprattutto perché lo avevano preceduto e avevano lasciato un vuoto”. Chiamato ad essere Vescovo quando non era nemmeno ancora battezzato ma solo catecumeno, Ambrogio, così come lo raffigura il Barbagelata con il flagello, “combatté”  l’eresia ariana. Tipico della sintesi domenicana, Jacopo da Varagine, conclude elencando otto motivi validi per lodare Sant’Ambrogio.

Al termine, i presenti trasferiti in fronte alla Cappella di Sant’Ambrogio, hanno potuto mirare il Polittico in tutto il suo ritrovato splendore, accolto da applausi mentre il Parroco Don Giulio Grosso procedeva nello “svelamento”.

Ad accogliere gli intervenuti all’uscita dalla Collegiata, sulla piazza di Sant’Ambrogio, le signore della Azione Cattolica, con una graditissima coppa di  gelato artigianale, offerto  dalla rinomata gelateria di Piazza Dante, “I Giardini di Marzo”, che ringraziamo per la sua sempre generosa disponibilità.

Anche la contemplazione del bello, l’arte,  sia essa figurativa o musicale, susciterà rinnovata preghiera e stupore nel pellegrino che troverà da oggi in Sant’Ambrogio opera splendida che a più di cinque secoli di distanza ha saputo ancora “dirci” qualcosa. (Lorenzo Grazioli Gauthier).

Note iconografiche sul restaurato Polittico del Barbagelata

Questo articolo è stato pubblicato il 18 Lug 2010 alle 07:08 ed è archiviato nelle categorie Attualità, EVENTI E MOSTRE, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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