Pesce Re – Pescato un nella baia di Portofino

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Varazze, 14.09.2007.

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Pescato un Pesce Re nella baia di
Portofino

Abbiamo ricevuto la segnalazione e la divulghiamo volentieri, per i tanti appassionati e curiosi, visto il non consueto evento nei nostri mari di pescare un bellissimo esemplare di “Pesce Re” del peso di 30 kg. Riportiamo l’articolo del Decimonono che racconta tutti i particolari della cattura, una scheda del pesce e il racconto trovato online di un’altra fortunata cattura documentata con servizio fotografico, per la gioia dei tanti che sappiamo interessati.

“Il Secolo XIX”. Nella rete un fiabesco Pesce Re a Portofino.

Portofino. Sfumature rosa e puntini argentati sulle squame, aspetto sinuoso e tondeggiante al tempo stesso, per una massa di 30 chili: una sirena nella verde baia di Portofino? Quasi. Un enorme Pesce Re è finito intrappolato in una rete della cooperativa di pescatori del Borgo. E’ stato il giovane Stefano Briola a catturare lo straordinario esemplare e ora racconta, con una certa emozione, come è stata possibile l’impresa. «è un pesce molto raro, che vive in profondità, afferma il giovane. Abbiamo preso questo particolare esemplare con l’utilizzo di reti per quelle quote, le stesse usate per catturare naselli e rondanini».

Briola si appassiona nel racconto, come ogni buon pescatore. «Con il peschereccio eravamo al largo di Sestri Levante, a quattro miglia dalla costa – dice -. Avevamo calato le reti a 400 metri di profondità . Quando le abbiamo recuperate e visto quella preda tra le maglie, cosଠparticolare, in un primo momento non l’abbiamo riconosciuta, non abbiamo capito di che pesce si trattasse». «Ma – prosegue Briola – quando ci siamo resi conto che avevamo catturato un Pesce Re, la soddisfazione è stata grande. Perché, oltre a essere raro, è commestibile e di sapore molto delicato».

Ogni pescatore ha un suo sogno nella rete, che ripete ogni notte prima d’iniziare a lavorare. Il Pesce Re non rientrava nei progetti di Briola, anche perché non avrebbe mai pensato di prenderlo. In realtà  vorrebbe realizzare altre catture. «Nei giorni scorsi – dice – abbiamo perso un tonno di circa 50 chili, speriamo che ritorni a darci un’altra occasione. Vorrei tanto pescare anche un bel pesce spada, che la fortuna ci assista!». Tonni, pesci spada, sirene? Nella baia di Portofino e dintorni quasi tutto è possibile, la bellezza del posto evoca magie, fa ritenere possibili cose altrove irrealizzabili. E infatti, certe storie che sembrano fiabe, succedono solo a Portofino. Proprio l’anno scorso accadde una di queste, protagonisti il sindaco Giorgio Devoto, un gabbiano (da quel giorno battezzato Ronaldo) e un grande polpo (ora noto come Gelsomino).

Successe che un giorno Gelsomino, polpo lunatico di Calata Marconi, non pago di aver aggredito una papera (che ci rimise le piume, poveretta), allungò i suoi tentacoli anche su Ronaldo che, sceso in volo perché attratto da un pezzo di pane, si era incautamente avvicinato all’octopode. Troppo, per Devoto e un gruppo di suoi amici che assistevano alla scena: scesi in soccorso dell’incauto gabbiano, riuscirono non senza fatica a salvarlo dalle grinfie (pardon, tentacoli) del vorace e aggressivo Gelsomino. A ricordo dell’insolito salvataggio, in calata Marconi, all’inizio del molo, ora esiste un acquario a cielo aperto: lì tra gli scogli, ha dimora Gelsomino che è diventato un’attrattiva supplementare del Borgo. E’ consigliato ai volatili di non avvicinarsi troppo. (Gloria Barbetta)

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Il pesce re pescato a Ventimiglia: tutta la descrizione, si tratta di un esemplare raro.

Ventimiglia – E’ una rara specie bentopelagica, che vive solitaria in profondità. Si nutre di cefalopodi pelagici, crostacei e giovani pesci. Si cattura, raramente, con i palangresi di fondo, anche oltre gli 80 m. 17/05/2009 (Continua su Riviera.24 … )

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Bigame.it“. Il racconto di una pesca fortunata, con Servizio fotografico.

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Levanto, 11 agosto 2003 – Località : Secca di Monterosso.
Tecnica: Palamito da 200 ami, a profondità  di circa 500 metri. Esca sardine.
Prede: 9 Rondanini, 3 Lama e Pesce Re, Lampris Regius, di circa 35 chili, della specie lampridiformi.
Equipaggio: Roberto Croso, Iacopo e Roberto Moretti, Pietro Dotti.

Vi invio anche la foto della preda pescata qualche giorno dopo nello stesso posto con la stessa tecnica, una lampuga di 12 Kg; probabilmente allamata in fase di stesa del palamito
Equipaggio: Enrico Rocca, Iacopo e Roberto Moretti, Pietro Dotti.

Pesce Re (Lampris Regius)
I colori si possono notare nella foto sopra esposta e gentilmente speditaci da Pietro. Della famiglia dei Lamprididi il pesce Re ha corpo molto compresso, mandibola sporgente, bocca piccola e protrattile. La linea laterale presenta una netta curva anteriore, la pinna dorsale ha un lobo anteriore molto alto, la codale é lunata. Giunge ad oltre un metro di lunghezza, vive in acque aperte a medie profondità .Si ciba di pesci e calamari ed é predatore molto efficace, benché la bocca sia sprovvista di denti. Le sue catture sono rare ed accidentali, ma il suo aspetto é inconfondibile, bello e non per niente é stato chiamato il Pesce Re.

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La Valle del Matauro“. Scheda Pesce Re.pescere01zoom.jpg

Nome volgare: Pesce re

Famiglia: Lamprididae

Caratteri distintivi: aspetto inconfondibile per il corpo alto e compresso ai lati, la pinna pettorale rivolta verso l’alto, il colore rosso-scarlatto o rosa acceso con chiazze azzurre appena pescato e azzurro e argento in seguito, con macchie bianche sparse in tutto il corpo e pinne rosse. Lunghezza sino a 200 cm.

Biologia e habitat: specie pelagica che frequenta le acque sino a 400 m di profondità , ma che può anche risalire sino alla superficie. Si nutre di crostacei, cefalopodi e piccoli pesci pelagici.

Distribuzione: specie rara nei mari italiani.

Presenza nella zona di studio e valutazione di abbondanza: rara: un individuo di 30 kg è stato catturato cinque miglia al largo di Fano il 5 gennaio 2005.
Al di fuori della zona di studio un maschio di 10 kg, lungo 78 cm, è stato catturato con la volante il 29 ottobre 2002, 18 miglia al largo del M.Conero a 75 m di profondità .

DALLA CRONACA

Il Pesce re dell’Adriatico – per noi una rarità  assoluta
FANO – Lo splendido pesce ovale dalla livrea sgargiante catturato mercoledì al largo di Fano è un Pesce re (Lampris regius). E’ una rarità  assoluta per il nostro mare, ma non per il Mediterraneo. E’ raro in genere, ma solo perché vive a grandi profondità .
E la singolarità  della cattura, effettuata dal peschereccio riminese di Andrea Vasi cinque miglia al largo di Fano, risiede proprio in questo.

Spiega il professor Corrado Piccinetti, direttore del Laboratorio di biologia marina di Fano: «II Pesce re vive in mare aperto a grandi profondità , cresce lentamente. E’ raro trovarlo a profondità  cosଠbasse, visto che il fondale su cui è stato pescato si aggira sui 20-25 metri. In Adriatico compare dal Gargano in giù. Probabilmente si tratta di un esemplare isolato che ha fatto parecchia strada spingendosi fino nelle nostre zone in cerca di cibo».

C’entra il riscaldamento del mare? «In questo caso no. C’entra il fatto che la stagione invernale, a differenza dell’estate, favorisce gli scambi verticali degli organismi marini. Il Pesce re ha trovato da noi in questi giorni le stesse temperature (12°-13°) che trova tutto l’ anno nei grandi fondali».

Più frequenti, per quanto sporadiche, sono le segnalazioni nel Tirreno e nel Mar di Sicilia. Scorrendo su Internet, risultano alcune catture negli ultimi anni: un esemplare di 35 kg è stato pescato a Levanto (Sicilia) a 500 metri di profondità  con la tecnica del palamito da 200 ami e una sardina per esca nell’agosto 2003.

Il Pesce re appartiene alla famiglia dei Lamprididi e deve la sua definizione ai colori bellissimi, a partire dall’arancio acceso delle pinne. Oltretutto, ha carni squisite. Secondo alcuni testi arriva fino a un metro di lunghezza e a un quintale di peso. Secondi altri addirittura fino ai 2 metri e 3 quintali. Si nutre di cefalopodi, crostacei e piccoli pesci.

«La cattura è comunque di notevole importanza per le nostre zone, se non altro per la singolarità  dell’evento», afferma il biologo Massimo Pandolfi, che si è occupato spesso delle rarità  dell’Adriatico, sin dalle epoche storiche: dall’enorme Pesce luna ritrovato nel novembre 1782 nei pressi della spiaggia di Castel di Mezzo («lunghezza 5 piedi e mezzo, peso sopra le 1.500 libre») al Pesce bandiera rimasto in secca «dirimpetto alla fortezza di Pesaro l’11 aprile 1769». – ma.ci. – Da: “Il Resto del Carlino” del 7gennaio 2005

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I Pesci dei Mari d’Italia“. PESCE RE. Classe: Actinopterygii. Ord. Lampriformes. Fam. Lamprididae. Gen. Lampris
Bonaterre 1788.onfondibile, alto, ovale, con massima altezza all’inizio della pinna dorsale, schiacciato lateralmente e ricoperto di squame piccole, sottili e poco aderenti, estese sulla testa, guance e opercoli (muso, labbra, mascellari privi di squame). La linea laterale evidente, forma un arco al disopra delle pettorali, poi ridiscende e prosegue dritta centralmente fino all’inizio della codale. La testa è corta, il muso appuntito, con bocca piccola, con mascelle protrattili. Negli adulti le mascelle sono sena denti, ma sul vomere sono forti e appuntiti. Gli opercoli sono ampi, con aperture branchiali estese. Le narici, ravvicinate tra loro, sono poste a metà  muso. L’occhio è rotondo. Le pinne non hanno raggi spinosi consistenti. L’unica dorsale ha un lobo falciforme nella sua parte anteriore, sviluppato negli esemplari giovanili, gli altri raggi sono molto corti. L’anale non ha lobo anteriore falciforme.

La codale è semilunare, col bordo poco incavato (forcuta nei giovani). Le pettorali, inserite orizzontalmente, riscono a fare movimenti dall’alto verso basso e viceversa. Le ventrali sono lunghe e falciformi, simili alle pettorali. Grazie ai suoi colori vivaci e alla sua dimensione si riconosce immediatamente. Il colore dominante è il rosso scarlatto, macchiato di azzurro oltremare sulla testa e sul dorso. Variazioni individuali derivano dall’età , tanto che la tonalità  rossa può essere occupata interamente da quella azzurra o verde azzurrastra. Macchie circolari bianche sono sparse per tutto il corpo. Le pinne sono rosso vivo. La codale è rosso pallida.

E’ una rara specie bentopelagica, che vive solitaria in profondità. Si nutre di cefalopodi pelagici, crostacei e giovani pesci. Si cattura, raramente, con i palangresi di fondo, anche oltre gli 80 m. La sua carne è rosa salmone, tenera, oleosa e dal gusto ottimo. Arriva a 2 metri di lunghezza ed oltre e a un peso intorno ai tre quintali. Nel Mediterraneo è raro. Catturato nel golfo di Genova, in quello di Napoli e al largo di Livorno. Nomi dialettali: nessuno data la sua rarità .”

Questo articolo è stato pubblicato il 15 Set 2007 alle 14:20 ed è archiviato nelle categorie Attualità, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o effettuare un trackback dal tuo sito.

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