Varazze – Il dopo incendi sulle alture al confine con Cogoleto

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Varazze, 26.11.2007.

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PonentevarazzinoNews

Il dopo incendi sulle alture di Varazze

I precedenti post pubblicati sull’argomento incendi, che hanno interessato le colline tra Varazze e Cogoleto, sono stati letti e commentati da molti nostri sostenitori, preoccupati come noi delle conseguenze che questi fenomeni produrranno sull’ambiente che ci circonda.

Piromani malati, piromani prezzolati, piromani interessati, incendiari sbadati che accendete un fuoco o bruciate le sterpaglie e vi allontanate senza accertarvi che le ceneri siano veramente spente, incendiari distratti che gettate i mozziconi delle sigarette accesi senza curarvi delle conseguenze, non vi scusiamo e non vi perdoniamo.

Volete prendere coscienza, e noi insieme a voi, dell’immane danno che fate? Si, anche noi che vi stiamo propinando questo “pistolotto”, dobbiamo renderci conto che occorre fare di più, essere maggiormente disponibili al dialogo, e contribuire ad una maggiore sensibilizzazione a partire dai bambini, fin dalle scuole materne e poi oltre senza mai fermarsi.

Ripetiamo il pensiero espresso in un precedente post, che ha catalizzato l’interesse dei nostri lettori, affinché altri ne possano prendere visione e meditarci sopra: “Basta pensare alle conseguenze provocate al territorio colpito, che viene improvvisamente privato della protezione fornita dalla vegetazione e dagli alberi, libero di franare in presenza di piogge, per non parlare degli anni necessari per risanare le ferite inferte alla natura, che talvolta definiamo “matrigna”, dimenticandoci di quanto la maltrattiamo e la trascuriamo.”

Riportiamo alcuni articoli dei media che raccontano l’accaduto.

La Stampa“ – SONO ANDATI DISTRUTTI MILLE ETTARI DI VEGETAZIONE.

Spenti gli incendi: ora è caccia ai piromani Gli investigatori sicuri: “Il rogo di Varazze è doloso”.

“Mille ettari di bosco distrutti. Sono il pesante bilancio degli incendi divampati a Varazze e Sciarborasca (sulle alture di levante del Monte Beigua) e alle spalle di Savona, a Castel Sant’Agata e a Cadibona, da ieri definitivamente spenti grazie anche alla pioggia che dalla notte e per tutta la giornata è caduta incessantemente. Una task-force di uomini e mezzi aerei è stata impegnata per quattro giorni nell’opera di spegnimento: vigili del fuoco, forestali, volontari antincendio e della protezione civile, e poi elicotteri e canadair.

Circoscritti i roghi, ora il lavoro è passato nelle mani dei detective antincendio: a loro ora spetta il compito di stabilire le cause degli incendi, raccogliere testimonianze, trovare eventuali tracce lasciate dai piromani e analizzarle. Nel caso del rogo divampato a Varazze e Sciarborasca non sembrano esserci dubbi sull’origine dolosa tanto che gli investigatori, senza usare mezzi termini, hanno parlato ufficialmente di «attentati».

Le fiamme, stando ai primi riscontri, sarebbero state appiccate sul versante genovese poi il vento, le forti raffiche di sabato, hanno fatto il resto estendendo le lingue di fuoco a Varazze dove sono stati evacuati alcuni casolari. Le fiamme hanno coinvolto località  Lamberta di Pratozanino, Sciarborasca, il Santuario del Deserto e via Canavelle, sopra Casanova, nei pressi della discarica dei rifiuti della Ramognina. Non sarebbe invece opera dei piromani l’incendio divampato alle spalle di Savona, tra Cadibona e Castel Sant’Agata, ch.”

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Il Secolo XIX“ – «Attentati» contro i boschi

“Sono quasi certamente di origine dolosa, gli incendi che nello scorso fine settimana hanno divorato almeno mille ettari di bosco a Varazze e Sciarborasca.

Sulle cause sembrano esserci ben pochi dubbi, tanto che gli investigatori, senza usare mezzi termini, hanno parlato ufficialmente di «attentati». Le fiamme, stando ai primi riscontri, sarebbero state appiccate sul versante genovese.

Quanto all’incendio scoppiato tra Cadibona e Castel Sant’Agata, che ha mandato in fumo una quarantina di ettari di bosco, le cause sarebbero colpose: in questo caso non viene esclusa l’ipotesi che possa collegarsi a un bivacco di cacciatori; lasciando il bosco, potrebbero non aver adeguatamente spento le braci che, alimentate dal forte vento, hanno finito per provocare l’incendio.”

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Il Secolo XIX” – Incendio cadibona

“PETARDI E FALà’ sotto accusa per gli ultimi incendi nel Savonese. A lanciare l’allarme sono i volontari della Protezione civile di Quiliano, che per quattro giorni sono stati impegnati senza sosta per spegnere il rogo sul colle di Cadibona.

«Serve che le Autorità  limitino e controllino la vendita di petardi e mortaretti – spiega il presidente dell’unità  quilianese, Niccolò Arrigoni -, soprattutto ora che si avvicinano le feste di Natale». A Quiliano è ancora vivo il ricordo del drammatico Capodanno scorso, quando a causa di un razzo sparato da un’abitazione in cui si svolgeva una festa si era innescato un enorme rogo che ha divorato le colline tra Valleggia e Vado, provocando anche la morte di una donna.

La pioggia di ieri ha definitivamente soffocato tutti i focolai che ancora covavano a Varazze e Cadibona, e che facevano restare alto il livello di allarme. «Ancora non sappiamo da che cosa sia stato provocato il disastro di Cadibona – aggiunge Arrigoni -, ma comunque, se servisse a qualcosa, darei io dieci euro ai commercianti purché non vendano petardi.

Per fortuna l’altro giorno siamo intervenuti in tempo, ma occorre pochissimo per provocare un disastro. Quei ragazzini stavano solo giocando, è bastato un petardo acceso nell’erba secca per far partire le fiamme nel greto del torrente Quiliano. Erano a pochi metri dalla Sms, è bastata una disattenzione per far partire il fuoco. Per fortuna eravamo già  in servizio per l’incendio di Cadibona e siamo intervenuti subito».

Negli ultimi mesi le pattuglie del Corpo forestale hanno sorpreso parecchie persone, spesso contadini o campeggiatori, intente ad accendere fuochi in zone o periodi a rischio. Pur essendo in buona fede e non avendo provocato incendi, si sono visti comminare multe fino a duemila euro ciascuna. Dal 2000, con una serie di decreti legislativi poi convertiti in legge vera e propria, sono state inasprite le pene. Provocare un incendio può costare fino a dieci anni di reclusione, da uno a cinque anni se il rogo si sviluppa per colpa e non per dolo. Inoltre, se il fuoco arriva a minacciare abitazioni o aree protette, la pena può essere ulteriormente inasprita.

Proprio per aumentare il servizio di controllo e l’attività  di indagine, il Corpo forestale ha istituito alcuni anni fa tre organismi di polizia: il Nicaf (Nucleo investigativo centrale ambientale e forestale), il Niab (Nucleo investigativo antincendi boschivi) ed il Nipaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale, che opera in ambito provinciale). – Giovanni Vaccaio.”

Prossimamente pubblicheremo intervento del Presidente del Wwf di Savona, che chiede agli Amministratori locali e provinciali quali misure intendono adottare a difesa dei territori interessati dagli incendi.

Firmato. Il direttivo.

Precedenti post sull’argomento:

Varazze – Ettari di bosco divorati dalle fiamme

I boschi di Varazze ““ Sciarborasca e Cogoleto devastati dal fuoco

Questo articolo è stato pubblicato il 26 Nov 2007 alle 16:57 ed è archiviato nelle categorie COMUNICATI E COMMENTI DEL DIRETTIVO, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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