Il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti sotto i riflettori

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PonentevarazzinoNews

Il Consiglio Nazionale dei
Consumatori e degli Utenti
sotto i riflettori

Certo è che se Carlo Rienzi, presidente del Codacons ha dichiarato all’Espresso che «Stare nel Cncu non serve a niente. àˆ una scatola per dare soldi. E per fortuna li dà », dobbiamo dare ascolto a chi ci ha inviato l’articolo denuncia scritto da Matthias Pfaender e pubblicato da “Il giornale” lunedଠ14.07.2008, che riportiamo a piè di post.

Iniziamo con il precisare che il “Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU), è l’organo rappresentativo delle associazioni dei consumatori e degli utenti a livello nazionale, è stato istituito con la legge 30 luglio 1998, n° 281, confluita nel Codice del consumo (decreto legislativo n.206/2005).

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I compiti assegnati dal legislatore al Consiglio sono finalizzati a contribuire al miglioramento e al rafforzamento della posizione del consumatore-utente nel mercato.

Il Consiglio ha sede presso il Ministero dello Sviluppo Economico ed è presieduto dal Ministro o da un suo delegato. Il CNCU dura in carica tre anni e, attualmente, svolge il proprio mandato in base al DPCM del 28 luglio 2006.

Ad oggi, è composto dalle associazioni dei consumatori riconosciute secondo i criteri stabiliti dall’art. 137 del Codice del Consumo (D.lgs 206/2005) e da un rappresentante designato dalla Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.”
Fonte: sito tutto consumatori-cncu.”

Il CNCU ha sedi regionali, e quella ligure collabora fattivamente col l’Amministrazione Regionale ottenendo ottimi risultati, come risulta da quanto pubblicato sul sito ufficiale:

VINCENTE IL RAPPORTO TRA ASSOCIAZIONI E REGIONE

“L’amministrazione ligure ha ottenuto ottimi risultati nella difesa del cittadino-utente grazie alla collaborazione con le organizzazioni consumeriste per la promozione di iniziative comuni di tutela.

LEGGE: La prima legge approvata dalla regione in materia di tutela dei consumatori è la n. 24 del 1988 poi sostituita con la n. 30 del 1994, entrambe successivamente abrogate dalla recente legge n. 26 del 2002.

OBIETTIVI: provvedere all’informazione ed educazione dei cittadini finalizzate a scelte consapevoli, garantire la sicurezza e la qualità  dei prodotti e dei servizi.
STRUMENTI: La recente normativa regionale del 2002, ha rinnovato l’istituzione del Comitato regionale, quale organo a tutela dei consumatori e degli utenti. Tale organo ha funzioni consultive, propositive, di controllo, indirizzo e coordinamento per le tematiche relative ai diritti dei consumatori.

INIZIATIVE: I progetti recentemente promossi si occupano di alimentazione: “Mangiar sano”, che insegna ai ragazzi delle scuole i principi di una nutrizione adeguata; “Saperi, sapori, educazione alimentare del consumatore” e gli “Sportelli del gusto” sono dedicati alla sicurezza e conoscenza dei prodotti tipici della Liguria. Infine, “Nella selva delle etichette”, dedicato al giusto utilizzo degli integratori alimentari nello sport.”

Martedଠ5 agosto è stato firmato un protocollo di intesa per migliorare informazione, trasparenza, efficienza e qualità  dell’offerta del mercato, a favore degli utenti con il Ministro Scajola e il presidente dell’Authority Calabrò.

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Da “Pubblica Amministrazione“ – AGCOM-CNCU: un protocollo per migliorare l’informazione agli utenti – di Roberta D’Onofrio

ll Ministro Scajola e il presidente dell’Authority Calabrò hanno firmato il protocollo di intesa per migliorare informazione, trasparenza, efficienza e qualità  dell’offerta del mercato, a favore degli utenti.

Il presidente del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, nella persona del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, e il presidente dell’Autorità  per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò, hanno firmato un protocollo di intesa per garantire una maggiore trasparenza dell’informazione in tema di offerte di mercato.

L’intesa implica un impegno costante da parte delle due istituzioni per garantire una più alta qualità  dei servizi ai consumatori disponibili sul mercato attraverso la diffusione di informazioni sull’attività  di tutela degli utenti svolta dall’Autorità  e dalle Associazioni dei consumatori e la promozione di attività  di formazione per facilitare le Associazioni nello svolgimento delle loro funzioni informative.

Il Ministro Scajola ha dichiarato che «questo protocollo conferma l’importanza del ruolo del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti sia come elemento di sintesi delle azioni delle Associazioni, sia come strumento per attivare iniziative di sistema a tutela degli utenti attraverso il miglioramento della trasparenza e dell’informazione».

«Le attività  previste dal protocollo di intesa – ha invece sottolineato Calabrò – hanno anche l’obiettivo di rafforzare il rapporto di collaborazione tra l’Autorità  e le Associazioni dei consumatori che ha già  avuto un importante sviluppo con l’avvio congiunto della campagna informativa in merito all’introduzione, dall’1 ottobre 2008, del blocco selettivo di chiamata per i numeri più costosi e a sovrapprezzo».

I compiti del CNCU, definiti dall’art. 136 del Codice del consumo (decreto legislativo 206/2005), sono principalmente di tipo consultivo, propositivo e promozionale dei diritti dei consumatori e degli utenti. Come riportati nel sito ufficiale, alla voce Attività :

Il CNCU può, tra l’altro:

“¢ Esprimere Pareri sui disegni di legge del Governo e di iniziativa parlamentare, o sugli schemi di regolamento che riguardino i diritti e gli interessi dei consumatori e degli utenti.
“¢ Essere convocato in Audizione presso organismi istituzionali.
“¢ Interpellare soggetti istituzionali, associazioni e rappresentanti delle imprese per approfondire tematiche specifiche.
“¢ Sottoscrivere Protocolli d’Intesa, con organismi, aziende e associazioni per definire e sviluppare strumenti di tutela e informazione dei consumatori su diritti o servizi di pubblica utilità .
“¢ Favorire il coordinamento tra le politiche nazionali, regionali ed europee in materia di tutela del consumatore.
“¢ Promuovere studi, ricerche e attività  di informazione sui problemi del consumo e sui diritti dei consumatori.

Il CNCU, che si riunisce una volta al mese in seduta plenaria, svolge la sua attività  anche attraverso gruppi di lavoro che approfondiscono le seguenti tematiche:

“¢ Commercio – prezzi e tariffe – E-commerce
“¢ Trasporti e sicurezza stradale
“¢ Sicurezza dei prodotti
“¢ Credito e servizi finanziari
“¢ Assicurazioni
“¢ Sicurezza alimentare
“¢ Salute
“¢ Politiche regionali e locali
“¢ Politiche UE
“¢ Responsabilità  sociale d’impresa
“¢ Accesso alla giustizia – consumerismo
“¢ Conciliazione
“¢ Servizi pubblici a rete

Dopo esserci chiariti su cos’è e cosa rappresenta il CNCU, che raggruppa e rappresenta le sedici maggiori associazioni dei consumatori e di tutela dei cittadini sottoindicate, pubblichiamo l’articolo denuncia di Matthias Pfaender, per portarlo a conoscenza di quanti seguono il nostro impegno sociale, e poterne discutere alla prima riunione utile.

Elenco Associazioni aderenti al CNCU:
ACU
ADICONSUM
ADOC
ADUSBEF
ASSOUTENTI
CASA DEL CONSUMATORE
CENTRO TUTELA CONSUMATORI E UTENTI – BOLZANO
CITTADINANZATTIVA
CODACONS
CODICI
CONFCONSUMATORI
FEDERCONSUMATORI
LEGA CONSUMATORI
MOVIMENTO CONSUMATORI
MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO
UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI

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La Casta dei Consumatori, 47 milioni per fare da anti-Stato.
Scritto da Matthias Pfaender – “Il giornale” lunedଠ14.07.2008

“Votate alla difesa del consumatore: agguerrite, preparate, specializzate; capaci di minacciare cause contro tutto e tutti. Le associazioni dei consumatori, i cani da guardia nel mercato dei beni e servizi, per difendere il cittadino che si barcamena tra beni e servizi non guardano in faccia a nessuno. Tranne che allo Stato. Perché da Roma le associazioni sono massicciamente finanziate.

FINANZIAMENTI A PIOGGIA
Eccola un’altra casta. Diversa, ma sempre casta: 47,7 milioni di euro in cinque anni, distribuiti a pioggia a partire da gennaio 2003, da quando alle associazioni va parte del ricavato delle multe dell’antitrust. Le società  sbagliano, l’Authority le punisce e quei soldi che dovrebbero andare allo Stato vanno alle associazioni dei consumatori. Cioè quelle sigle che dal 1998 fanno parte del Cncu (consiglio nazionale dei consumatori e utenti, che ha sede presso il ministero dello Sviluppo economico). Fino all’80-85% dei bilanci delle associazioni, secondo una ricerca del Sole24Ore, sono garantiti dal denaro pubblico. «In queste condizioni – ha dichiarato Palo Martinello, presidente di Altroconsumo – è difficile contestare le scelte di governo o regioni. Cosଠsi rischia di diventare la foglia di fico delle amministrazioni». Quindi la domanda è immediata: ma se i soldi li prendono dallo Stato, come faranno a fare azioni e operazioni contro tutto quello che lo Stato controlla come Poste, servizi idrici, ferrovie, smaltimento, gestione rifiuti?

UN PROGETTO PER TUTTI
I soldi pubblici servono a finanziare molte cose, sostengono i vertici delle associazioni. Quali? Siamo andati a leggere i documenti dei finanziamenti dei progetti delle associazioni del 2005 per avere un’idea. Ne abbiamo trovati 27 e la prima cosa strana è che praticamente tutti hanno un contributo standard: mezzo milione di euro. E cosà¬, a prescindere dal lavoro svolto, tutti finiscono col portare a casa la stessa cifra (12 milioni nel solo 2005). Non ci deve essere grande comunicazione tra le varie associazioni, poi, se in un anno tre progetti diversi hanno avuto però lo stesso contenuto: la lettura delle etichette. Un milione e mezzo di euro, quindi, per insegnare a leggere. Ma i soldi basta averli, se è vero che Carlo Rienzi, presidente del Codacons ha dichiarato all’Espresso: «Stare nel Cncu non serve a niente. àˆ una scatola per dare soldi. E per fortuna li dà ».

LE ISCRIZIONI FALSE
I consumatori insegnano a non fidarsi di nessuno. Seguendo questa logica non bisognerebbe farlo neanche con loro. E forse non sarebbe poi tanto sbagliato. «Gran parte degli iscritti sono falsi», ammettono gli stessi presidenti. Tanto nessuno controlla. Cosଠsi deduce che i 300mila iscritti spacciati da qualcuno, i 100mila da qualcun altro e cosଠvia, siano solo numeri in libertà , con buona pace della tanto invocata trasparenza.

GLI INTRECCI CON LA POLITICA
Molte sigle sono nate e cresciute all’ombra di poteri politico-sindacali: Federconsumatori è strettamente legata alla Cgil, mentre Adiconsum e Adoc rispettivamente alla Cisl e Uil. Il movimento Arci ha la sua organizzazione «personale» nel Movimento consumatori, mentre la Lega consumatori è collegata alle Acli. Ma c’è anche chi ha giocato la carta della politica pura: dal Codacons è nata la Lista Consumatori, che alle politiche del 2006 riuscଠa far eleggere in Calabria addirittura un senatore, Pietro Fuda. Il presidente di Adusbef, Elio Lannutti, è tutt’ora in parlamento, senatore dell’Italia dei Valori e personaggio ammiccante all’antipolitica visto che ha in programma l’uscita di un libro La Repubblica delle banche, con introduzione di Beppe Grillo.

Di centrodestra è la «Casa del consumatore», il cui presidente Alessandro Fede Pellone è un ex consigliere lombardo di Forza Italia. Era collaboratore del ministro Livia Turco, Stefano Inglese, ex presidente del Tribunale dei diritti del malato e legato a Cittadinanzattiva, mentre Donatella Poretti dagli uffici dell’Aduc è passata direttamente agli scranni di Montecitorio, nelle file della Rosa del Pugno. Infine Mara Colla, già  sindaco socialista di Parma, eletta alle scorse elezioni regionali con l’Ulivo, continua a tenersi stretta la presidenza della Confconsumatori. Alla faccia della libertà .”

Il direttivo.

Questo articolo è stato pubblicato il 24 Ago 2008 alle 21:41 ed è archiviato nelle categorie COMUNICATI E COMMENTI DEL DIRETTIVO, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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