Da “Il Secolo XIX” 11.02.2009 – Varazze Dagnino: sospetto l’interesse di Busso sul sociale

LA SINISTRA varazzina esprime “meraviglia e perplessità per l’improvvisa attenzione dedicata ai bisogni dei più poveri”. L’assemblea indetta dal gruppo “Per Varazze”, associazione indipendente che fa capo all’assessore Giovanni Busso, al momento senza tessere di partito in tasca, e svoltasi nella sala congressi del Palasport alla presenza di un buon “pubblico”, considerati il giorno feriale e l’ora pomeridiana, viene inoltre giudicata “tardiva e sospetta”.

Mariarina Dagnino, ex candidato sindaco e consigliere comunale di “Per i cittadini”, interviene sul delicato e – purtroppo – attualissimo tema, quello della nuova povertà e della crisi occupazionale, specie per i più giovani. «Ãˆ con grande meraviglia – afferma la Dagnino – che constatiamo come parte dell’amministrazione in carica si accorga solo ora che anche a Varazze esistono cittadini senza portafoglio, e come i loro bisogni dovrebbero imporre priorità diverse da quelle fino ad oggi seguite. È ancora più umiliante e vergognoso pensare che tutto ciò sta avvenendo a pochissimi mesi dalle elezioni amministrative (6-7 giugno, ndr), col chiaro intento di cercare di recuperare credibilità e consensi.

«Dov’erano certi politici- si chiede la Dagnino – quando il nostro gruppo si batteva in consiglio comunale per chiedere di tutelare il lavoro, cercare case per gli sfrattati, aiutare famiglie e persone meno abbienti e giovani disagiati, senza inutili sprechi?». A. REG.

Da “Il Secolo XIX” del 18.02.2009 – «nel sociale siamo i migliori»

VARAZZE – «NON CREDO che altre amministrazioni, come le tre che ho guidato, abbiano fatto tanto nel campo sociale, settore sempre tenuto nella massima considerazione». Giovanni Busso non accetta le critiche della sinistra in materia di assistenza ed elenca i suoi interventi.

«Ãˆ stata una mia Giunta- ricorda Busso- , negli anni 80, ad organizzare i primi servizi comunali per anziani, assumendo la prima assistente sociale e due collaboratrici famigliari, portando in seguito a tre il numero degli assistenti. Nello stesso periodo, abbiamo realizzato la “Casa del nonno” in collaborazione con l’ente ospedaliero “S. Maria in Bethlem” e altri porgetti negli anni».