Savona – Sette pagine di conclusioni per il Convegno diocesano

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Varazze, 29.06.2009.

PonentevarazzinoNews

logo_convegnoSette pagine di conclusioni
per il Convegno diocesano

Le sette pagine di conclusioni del Convegno diocesano presentate domenica 28 giugno in Duomo rappresentano la sintesi di un significativo lavoro di discernimento sul quale la diocesi di Savona-Noli fonda fin da subito il suo cammino. Attraverso l’analisi dei luoghi privilegiati della crescita nella fede, degli ambiti in cui si gioca la nostra identità e dei linguaggi dell’annuncio è stato presentato un vasto panorama di riflessioni e proposte concrete.

Quale Chiesa ritroviamo nel nostro vissuto? Partendo da questo interrogativo la diocesi è definita primo “luogo” di crescita nella fede, una “casa comune più che luogo di disbrigo di funzioni amministrative e burocratiche”.

La parrocchia, di conseguenza, “è chiamata a valorizzare le enormi risorse che possiede: associazioni, movimenti, confraternite e singole persone. Tutti siamo chiamati a vincere la resistenza ad accogliere proposte innovative, a considerare tutti corresponsabili, laici e sacerdoti, a definire funzioni, strumenti e strategie di evangelizzazione al passo con i tempi, sulla base di un progetto condiviso”. Nel concreto, insieme alla valorizzazione dei consigli pastorali, parrocchiali e vicariali, si dovrà porre l’accento su un lavoro di condivisione che metta le diverse realtà parrocchiali a contatto tra loro e crei comunità forti intorno al parroco, perché lo sostengano.

La comunità che celebra l’Eucaristia sarà in tale contesto un parametro per ogni progetto di annuncio del Vangelo. Lo “spezzare il pane” è innanzitutto “il luogo di evangelizzazione permanente di coloro che sono già discepoli del Signore ed è il momento in cui la Parola di Dio opera quello che dice: la salvezza per l’uomo”.

La riscoperta, quindi, della centralità della domenica e del valore di ciò che si celebra, l’inserimento dei sacramenti nelle celebrazioni eucaristiche comunitarie, la diminuzione del numero di Messe festive all’interno delle Unità pastorali e della stessa parrocchia potranno dare il senso della comunità in cui si è chiamati a vivere il proprio discepolato. A ciò offrirà un positivo contributo la fiducia accordata ai laici, valorizzando anche i ministeri come lettori, accoliti, i Ministri straordinari della comunione.

La famiglia, altro “luogo” fondamentale, “vive la paternità e la maternità, l’amore reciproco e l’accoglienza incondizionata: può insegnare alla Chiesa uno stile di vita fondato sulla cura dei rapporti e sull’accoglienza fraterna”. Spesso impegnati anche in movimenti e associazioni, i nuclei familiari sono chiamati ad essere mediatori dell’incontro con la Chiesa per altre famiglie e sono inoltre mediatori della sensibilità della comunità e dei più lontani presso il parroco.

La famiglia quindi potrà essere posta al centro della pastorale parrocchiale; parimenti, i gruppi di lavoro hanno sottolineato l’urgenza di una seria riflessione a proposito delle coppie in crisi, da ascoltare proprio nel momento del conflitto e non dopo la separazione, anche attraverso interventi concreti (ospitalità), facendo loro sentire vicina la comunità.

Posti in evidenza alcuni luoghi di crescita nella fede, il documento conclusivo del Convegno sottolinea gli ambiti in cui si gioca l’identità di una comunità credente. La dimensione di “essere carità”, più del “fare carità” è certamente un luogo di presenza privilegiata del tesoro evangelico, che si esprime nel farsi prossimo a chi ha bisogno sia nelle necessità materiali sia nel disagio spirituale.

La comunità, quindi, “per essere aperta deve saper accogliere tutte le realtà che abitano il territorio e andare a trovare le persone dove vivono e lavorano; per essere credibile deve passare anche attraverso l’impegno sociale, senza tralasciare l’impegno individuale missionario nel proprio ambito lavorativo”. In tale azione è importante il coordinamento Caritas e il suo eventuale potenziamento.

Anche in relazione a questo ambito sono nate proposte concrete, quale ad esempio quella di rendere trasparenti e pubblici i bilanci parrocchiali e diocesani, “sia per far sentire tutti partecipi come in una famiglia, sia per far conoscere tutte le esigenze e gli aiuti devoluti”. Bisogna poi sostenere e incentivare le iniziative, già presenti in alcune parrocchie, di “tassazione” volontaria destinata alla carità; creare attraverso dei referenti parrocchiali una rete di informazione-comunicazione per far conoscere le realtà di servizio già presenti in diocesi; verificare la capacità ricettiva delle strutture diocesane e degli ordini religiosi (maschili e femminili) e renderle disponibili all’accoglienza.

Ogni ambito lavorativo, poi, si presta all’annuncio. La politica, ad esempio, è un’occasione importante dell’impegno del cristiano, da svolgersi con autentico spirito di servizio. La Chiesa diocesana è anche chiamata “a dare una testimonianza forte sulle questioni importanti che riguardano il nostro territorio, sia quelle politiche che quelle economiche e sociali”. Se la Chiesa, poi, compie azione di supplenza dove il sistema sociale non arriva, è opportuno che allora fornisca anche una coscienza critica. Per questo “va ricercata una maggiore capacità di discernimento di tutto quanto il mondo mette a disposizione”. A tale proposito, una scuola diocesana di formazione socio-politica potrà servire ad insegnare nei meccanismi della realtà attuale. “Educare alla politica e all’impegno politico è forma eminente di carità per l’uomo”.

Ultimo “capitolo” trattato nel documento è il linguaggio dell’annuncio. L’accoglienza e l’aiuto reciproco sono il “vocabolario” fondamentale perché la Chiesa sia adeguata alle esigenze del nostro tempo. Nei gruppi di lavoro, poi, è stata evidenziata la necessità di potenziare l’accompagnamento spirituale delle persone, di curare la formazione degli educatori, di realizzare forme nuove di coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi con i propri genitori nell’approfondimento delle Scritture.

Per quanto riguarda le proposte, si auspica l’utilizzo del Seminario e di altri centri come punto di riferimento per l’accompagnamento spirituale, attraverso forme di ospitalità di ritiri, valorizzando le preghiere periodiche che già vi si svolgono. Inoltre, si è avvertita l’esigenza di dare vita in diversi punti della diocesi ad una scuola della Parola “che favorisca nei cristiani una significativa conoscenza e acquisizione degli strumenti culturali e spirituali per impegnarsi nella società e nei diversi ambiti in cui la testimonianza cristiana è chiamata ad esprimersi”.

Vi sono poi indicazioni pratiche per una corretta formazione e autoformazione: utilizzare la stampa diocesana e il suo sito internet (www.diocesisavona.it); leggere atti e documenti nell’originale, per non lasciarsi condizionare nel giudizio dai massmedia, passare notizie su gruppi attenti agli stili di vita ed ai consumi critici.

Rilevante, a proposito della formazione, è il ruolo del catechista. Con il supporto dell’Ufficio catechistico diocesano, si chiede l’individuazione di un progetto condiviso a livello diocesano, con la formazione permanente dei catechisti, il coinvolgimento delle famiglie al fine di renderle partecipi del cammino dei loro ragazzi, anche a livello decisionale, il superamento dell’impostazione di tipo scolastico, inserendo maggiormente il gioco e le attività espressive, affinché i ragazzi possano riscoprire la passione e la gioia di stare insieme.

Fonte: Diocesi di Savona-Noli

Il direttivo.

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 Giu 2009 alle 21:18 ed è archiviato nelle categorie Attualità, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

Un commento

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Da “Il Secolo XIX” – Il vescovo sogna una Chiesache si affida all’informazione – Convegno diocesano.

IL VESCOVO di Savona Vittorio Lupi chiede alla chiesa savonese di alzarsi, «non temere, continua ad avere fede nel tuo Signore» ed a conclusione del convegno diocesano tenutosi in Duomo illustra il suo pensiero fondato «sull’esortazione a condividere il tesoro ricevuto perché anche noi abbiamo ricevuto molto e ne siamo debitori agli altri».

E per il rilancio della chiesa locale, il convegno ha indicato una serie di proposte che passano dalla diminuzione delle Messe festive per allargarsi alla creazione di esperienze di accompagnamento delle famiglie in crisi, dei separati e divorziati e alla pubblicazione obbligatoria dei bilanci parrocchiali. Insomma i delegati indicano la strada per una chiesa più vicina alla gente, alle famiglie in crisi con le quali avviare «percorsi di iniziazione cristiana che siano di maggiore aiuto alle famiglie che vanno sostenute e accompagnate prima che vadano in crisi».

Ma tra le proposte formulate nelle sette pagine di conclusioni lette da alcuni membri della commissione sono risaltate altre proposte: tassazione parrocchiale volontaria destinata alla carità, la scuola di formazione socio-politica e lo sganciamento dei sacramenti dal percorso scolastico.

«Ora abbiamo un bagaglio per un cammino da fare insieme e costituirà la base per il futuro piano pastorale» ha aggiunto il vescovo Lupi che poi ha illustrato il suo progetto di organizzazione della Diocesi che sogna più attiva, coordinata e organizzata.

Nell’intenzione del presule la Curia deve risultare di maggiore supporto ai parroci sulle questioni burocratiche, ma anche gli uffici pastorali devono essere coordinati tra loro. Nell’ambito di questo progetto trovano spazio i rilanci del consiglio pastorale diocesano, la riattivazione di quelli parrocchiali e l’invenzione di quelli vicariali.
Insomma un rimodellamento importante della realtà religiosa savonese «a condizione però, che questi organismi lavorino realmente e si mettano in rete».

Una chiesa più al passo con i tempi, quindi, con i metodi di uso comune delle nuove generazioni che proprio ad Internet affidano il maggior compito di regalare apprendimento. Formazione, quindi, ma Monsignor Vittorio Lupi ha affidato all’informazione attraverso il sito della diocesi il rilancio della Chiesa savonese invitando i delegati «a portare l’entusiasmo dimostrato nei giorni del convegno all’interno delle rispettive realtà parrocchiali». Insomma il vento del rinnovamento di Monsignor Lupi sembra in grado di far voltare pagine alla chiesa locale.
G. Cio. – 30/06/2009

30 Giu 2009 alle 07:42

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