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Varazze, 15.11.2013.                                   Home page

Ensemble d’archi dell’Orchestra Sinfonica di Savona all’Oratorio N.S. di Castello di Savona

Ritorna protagonista l’Orchestra Sinfonica di Savona, nel suo Ensemble d’archi, sabato 16 alle ore 21 all’Oratorio N.S. di Castello di via Manzoni, con un inedito concerto dedicato alle “Nordiche Armonie“.

L’Ensemble sarà diretto, per la prima volta, da Raffaele Mascolo, già bacchetta di importanti orchestre internazionali e, recentemente, insignito al “Festival Luoghi Immaginari” di una Medaglia Premio del Presidente della Repubblica Italiana. Altra protagonista, il soprano di origine russa Elena Bakanova, attiva nei teatri di tutta Europa sia nelle opere liriche che nei recital. Solista della serata, alla viola principale, Claudio Gilio, presidente e direttore artistico dell’Orchestra.

“L’estate se n’è andata, cadono le rose” recita l’ “aria di Londonderry” che apre il concerto. Questo primo brano, la più popolare composizione dello stravagante musicista Percy Grainger (1882-1961), è l’arrangiamento classico del 1911 di una canzone irlandese e fa, con la sua delicata bellezza, da perfetto viatico ad un concerto davvero insolito, tutto dedicato alle armonie del nord Europa. Stiamo vivendo il passaggio dall’autunno all’inverno e non si può trovare migliore espressione di ciò, in musica, di quella proposta da questo concerto. Vi si coglie la “summa” di un insieme, certo allargato, maturato tra fine Ottocento e Novecento e costituito dalle scuole nazionali, dal tardo romanticismo, dalle melodie del folklore e dal loro sublimarsi nelle note di grandi compositori, fino alle nuove frontiere (come nel caso di Arvo Pärt) che si ricollegano però all’armonia classica e tonale.

Il secondo brano è l'”Andante festoso” di Jean Sibelius (1865-1957), il maggior compositore finlandese di ogni tempo, rappresentante di un tardo romanticismo fortemente ispirato dalla natura e dal folklore del suo paese. Il brano, del 1922 e riadattato nel ’38, è importante anche perché costituisce l’unico esempio registrato di conduzione di Sibelius di una sua opera. L’andamento per frasi melodiche semplici, in omoritmia, delicatissime, mette in risalto l’interpretazione. Il finale ha una cadenza “ecclesiastia” che sembra dare al brano una visione sacra della festa popolare.

Edvard Grieg (1843-1907) il maggior compositore norvegese, finì il suo “Peer Gynt”, poema in musica, nel 1875. Gli era stato commissionato dallo stesso autore delle liriche, Ibsen e, nonostante Grieg lo considerasse «il meno musicale di tutti i soggetti» non c’è dubbio che sia la sua opera più famosa. La varietà dei brani è notevole, tale che vengono presi spesso come numeri a se stanti nei concerti. Forse meno eseguita di altri (come “Il mattino” o “nell’antro del re della montagna”) è la “Canzone di Solveig”, nella sua versione in suite per soprano e archi. Il suo incipit viene da una canzone popolare norvegese, su cui Grieg espande la sua grande vena melodica e la sua raffinata armonia, lanciando un ponte tra il popolare e il lirico.

Di Arvo Pärt, compositore Estone, classe 1935, ascolteremo “Cantus in memory of Benjamin Britten”. Pärt fu molto colpito dalla morte, nel 1976, di Britten. Disse infatti che provò come un senso di colpa ad aver scoperto la purezza della sua musica solo poco prima della sua scomparsa. Questa meditazione in musica, primo esempio dello stile detto “Tintinnabuli”, è un canone in la minore, all’insegna del minimalismo di Pärt, per insieme d’archi e campana. Il compositore cercò la purezza e il brano nulla ha a che fare con la musica religiosa. L’uso della scala naturale, il canone senza un tema evidente se non l’andamento discendente, dona al brano un’atmosfera modale, sospesa nella tonalità e idealmente vicina al trecentesco Guillaume de Machaut, cui Pärt accosta Britten.

“Vocalise” è l’ultima delle “14 canzoni” op.34 pubblicate nel 1912 da Sergej Rachmaninoff (1873-1943). Si tratta di un vero e proprio vocalizzo su singola vocale (a scelta dell’interprete) che il compositore dedicò al soprano russo Antonina Nezhdanova, grande interprete che in quell’anno duettava con Enrico Caruso. La grande melodicità e particolarità del brano non può non far pensare alla musica da film e all’influenza che Rachmaninoff esercita sui compositori per il cinema. Sarà in grande evidenza, in una continuità di scuola nazionale, l’affermato soprano della serata: Elena Bakanova.

La “Trauermusik per Viola e Orchestra” di Paul Hindemith (1895-1963) ci porta su altri lidi musicali, caratterizzati dallo stile unico e personale del compositore, non catalogabile propriamente né come neoclassico (alla Stravinskij), dodecafonico o atonale (alla Schoenberg) o come tardo romantico. La “Trauermusik” (del 1936) è dedicata alla scomparsa del re inglese Giorgio V. La composizione vede alla viola solista Claudio Gilio.

Con Carl Nielsen (1865-1931) andiamo in Danimarca. La “Piccola Suite” op.1 fu composta quando Nielsen aveva 22 anni e fu subito un grande successo alla prima del 1888, con il compositore, allora studente, tra i musicisti. Il brano, in tre movimenti, chiude bene il programma della serata, data la sua reminiscenza di altri compositori nordici, come lo stesso Grieg, un tono elegiaco e tardo romantico, assonanze con i compositori russi ma anche tracce di tecnica atonale tedesca. Nel finale si dipana tutta la solennità in una conclusione trionfante.

Da segnalare che, da quest’anno, l’Orchestra Sinfonica di Savona può operare anche grazie al sostegno della Camera di Commercio di Savona.

Ingresso al concerto: 10 euro
biglietteria sul posto dalle ore 20.00