I tempi che ritornano: riflessioni in riva al mare di Varazze di Mario Traversi

PonentevarazzinoNews 

Varazze, 12.10.2022.                                   Home page

I tempi che ritornano: riflessioni in riva al mare di Varazze di Mario Traversi

Per affrontare al meglio il prossimo inverno, stante alla crisi energetica che ci costringerà a nuovi e opportuni metodi di vita, ci è stata annunciata una serie di provvedimenti, a cominciare dal riscaldamento nelle nostre abitazioni, che non dovrà superare i 19 gradi, mentre si aleggia un parziale oscuramento pubblico, con spegnimento o abbassamento di lampioni della rete cittadina.

Per il gas siamo ancora su livelli di cauto ottimismo, dato un buon approvvigionamento effettuato in anticipo, poi si vedrà.

Si respira un’atmosfera di attesa sul tipo di vita che ci attende, cambiando parecchi schemi che, soprattutto le nuove generazioni, non hanno mai conosciuto. Per chi invece arriva da lontano e ha vissuto negli anni ’40, queste notizie vengono accolte con l’ironica accettazione di cose e fatti già facenti parte della loro storia, quando le case non avevano il riscaldamento centrale o individuale, se si esclude la stufa a legna o la “chitarra” che dava calore in cucina, lasciando il resto della casa completamente al freddo e, per scaldarsi a letto, oltre alle coperte imbottite (e trapunte), c’era la bottiglia di acqua calda (metallica e in continua manutenzione di stagno per chiudere le perdite), o il mattone riscaldato nel fornello della stufa. Tempo di guerra.

Le strade erano buie per l’oscuramento e guai se spuntava un barlume di luce dalle finestre, i cui vetri erano coperti dall’interno con carta scura (ottima quella blu delle confezioni della pasta Agnesi), con in più il coprifuoco che teneva la gente chiusa in casa dal tramonto all’alba, con orari che seguivano l’andamento delle incursioni aeree o azioni di sabotaggio partigiano (in qualche caso il coprifuoco scattava alle 17, solitamente alle 19.) Eppure ci si era abituati. Mugugnavamo, certo sì, ma era la vita di allora e dovevamo accettarla perché imposta dalla situazione emergenziale. Nonostante tutte queste restrizioni e disagi, si andava avanti lo stesso e ci si divertiva in modi molti diversi da oggi.

La bicicletta, bene quasi di lusso, era il mezzo che permetteva gite domenicali, la gente sapeva ancora ridere alle comiche di Stanlio e Ollio e si sentiva fischiettare lungo i caruggi, cantare dalle finestre spalancate al battere dei battipanni sulle coperte che ci avevano scaldato nella notte. Il mondo viveva con quel poco che univa la comunità come una grande famiglia, e la strada era il salotto esclusivo dei pedoni e dei giochi dei ragazzi e delle ragazze.

Tutto questo per dire che qualche restrizione, purtroppo necessaria, sarà forse motivo di riflessione per verificare la nostra forza di reagire e di adattamento.

Ci vuole ottimismo per vincere le nostre paure, come mostra la fotografia scattata nel 1941 sull’attuale corso Matteotti (allora regina Margerita), in una domenica di “traffico” a due ruote, sulla strada priva di auto. Guardate quanti sorrisi.

La vita continuava allora e continuerà anche adesso. Con serietà e ottimismo.

(Testo di Mario Traversi)

Questo articolo è stato pubblicato il 13 Ott 2022 alle 11:52 ed è archiviato nelle categorie Attualità, COMUNICATI E COMMENTI DEL DIRETTIVO, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

Scrivi una risposta

Devi essere loggato per inserire un commento.