Savona. Dedicate a Gianni Nattero le “Vetrine d’Artista” di maggio
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Varazze, 6.05.2017. Home page
Savona. Dedicate a Gianni Nattero le “Vetrine d’Artista” di maggio
Le “Vetrine d’Artista” del mese di maggio 2017, allestite dall’Associazione Culturale “R. Aiolfi” in corso Italia, presso la sede della Cassa di Risparmio di Savona, sono dedicate all’artista Gianni Nattero: «un pittore molto sensibile e originale, nelle sue opere troviamo pennellate dense e colori morbidi e luminosi che tratteggiano ferite, scosse telluriche del tessuto culturale contemporaneo: ogni dipinto è un’idea.», come ha scritto di lui la D.ssa Silvia Bottaro, curatrice della mostra e Presidente dell’Associazione “Aiolfi”- no profit – di Savona e critico d’arte.
La mostra, è stata inaugurata alle ore 10 di mercoledì3 maggio 2017 e potrà essere visitata fino al prossimo 1 giugno.
Fruizione libera.
Motivazione:
«Gianni Nattero, pittore molto sensibile e originale, nelle sue opere troviamo pennellate dense e colori morbidi e luminosi che tratteggiano ferite, scosse telluriche del tessuto culturale contemporaneo: ogni dipinto è un’idea. Mi colpisce l’uso espressivo del colore, con la scelta di tinte forti, a volte acide, psichedeliche che, in un certo qual modo, sospendono l’immagine tra sogno e realtà, avvicinando l’opera di Nattero, in qualche misura, ad alcuni grandi maestri del colore, penso a Bonnard che riesce a creare col colore uno spazio tra ciò che sta osservando e ciò che è contenuto nel suo pensiero.
Opere evocative, che possono nascere probabilmente da visioni financo oniriche. Intese più come collages di cose viste e pensate, ricordate, poi, con particolari tratti da una sorta di fotografia, scene di vita, mappe telluriche, alchimie chimiche. Tuttavia il suo non è uno spazio fotografico, ma mi pare invece, uno spazio di memoria, che ha una forte base nella realtà. Ogni dipinto è, perciò, il risultato di un processo personale, di una riflessione contemporanea, di una ricerca della libertà, molto emozionante, spontanea se vogliamo. Nascono, così, alcuni paesaggi dell’anima dove il silenzio diviene esercizio contrapposto al rumore del vedere contemporaneo, fino al scandaglio del reale al fine di far emergere la natura misteriosa. Nattero mette in gioco un linguaggio pervenuto attraverso espressioni e codici non disciplinari, teso, in qualche maniera all’astrazione, all’impalpabile emozione di certe linee tracciate, pare di poter dire, in un illusorio, inesistente smarrimento, disorientamento ed astensione, rinuncia dell’intenzionalità, quasi seguendo un moto surreale molto personale.» (Silvia Bottaro)
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