Riscoprire il nostro passato: il “leudo del mercante” di Varazze

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Varazze, 12.11.2021.                                      Home page

Riscoprire il nostro passato:
il “leudo del mercante” di Varazze

A Varazze, nel luglio 1990 i signori Sardi e Andreoni comunicarono (come di dovere) alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di aver scoperto un relitto in mare, a circa un miglio dalla costa e a una profondità tra i 40 e i 50 metri.

Il ritrovamento fu prontamente verificato dalle autorità e, dato il suo notevole interesse, furono organizzate campagne di immersione e recupero da parte delle autorità competenti.

«Il relitto giace a circa un miglio e mezzo dalla costa, di fronte al porto di Varazze, nella cosiddetta “secca del Campanin”, a una profondità di 44-46 metri. Il deposito archeologico ha l’aspetto di un cumulo ellittico sporgente dal fondo. Sia la profondità che la posizione, un avvallamento del fondale limitato da scogli emergenti, hanno protetto il relitto da strascichi e ormeggi, favorendone una conservazione ottimale. La prima ricognizione sulla superficie del deposito, stupendamente decorato da gorgonie rosse e bianche, ha confermato l’impressione di essere di fronte a un relitto ancora fortunatamente intatto.»

L’importanza del ritrovamento è data dall’esiguità di reperti di ritrovamenti di epoca post-romana in Liguria: a fronte infatti di 59 recuperi di materiali di epoca greca o romana, i resti altomedievali, medievali o moderni sinora raccolti provengono solo da quattro siti (Sanremo, Capoverde, Vado ligure e Portofino) e rappresentano quindi un campione troppo esiguo per ogni valutazione storica. Il ritrovamento di Varazze, viene a colmare una grave lacuna storica, ed è in grado di fornire insostituibili elementi di conoscenza.

I resti dello scafo e la particolare disposizione, tra gli altri, di cinque vasi, strettamente allineati attraverso l’asse della barca, indicano che si trattava di una barca a vela di piccolo pescaggio, lunga circa 10 m e larga 3 m, probabilmente senza ponte, con un carico massimo ammissibile di 3 tonnellate.

Solo un equipaggiamento minimo è stato trovato a bordo: un mortaio e un tagliere entrambi di marmo, una spada e parte di una statuetta di ceramica (probabilmente un amuleto); questo ritrovamento indica che la barca era probabilmente usata solo per brevi viaggi.

Da tutte queste osservazioni, si è dedotto che questo relitto era probabilmente un esempio di una delle navi minori che veleggiavano sottocosta.

La composizione elementare dei corpi ceramici mostra che il vasellame potrebbe essere stato prodotto nella zona di Savona o Albisola, non lontano dal luogo del naufragio.

Con lo studio archeologico dettagliato del carico e utilizzando dati radiocarbonici, possiamo dedurre che la barca è stata costruita, navigata e affondata molto probabilmente durante la prima metà del XVI secolo.

Il carico recuperato dal relitto consiste in più di più di 350 oggetti che possono essere divisi in 12 gruppi a causa ai loro tipi e forme. Se ci concentriamo sui diversi usi di questi oggetti, possiamo riconoscere vasellame per cucinare (pentole, padelle, scaldavivande), per mangiare (piatti, ciotole, brocche), per conservare (vasi, albarelli), per l’igiene (vasi da notte, catini), per uso domestico (vasi da fiori) e per costruire (tubi di terracotta tubi di terracotta, detti anche trombette, che si incastrano l’uno nell’altro).

Le ricerche degli studiosi sono proseguite per anni e con strumenti e metodiche particolarmente significative, come quella della datazione con radiocarbonio AMS su parti sia delle ceramiche sia del legno dell’imbarcazione e ne hanno reso possibile la datazione alla prima metà del XVI sec.

Per approfondire:
. www.ponentevarazzino.com – Il “leudo del mercante” – Un’imbarcazione post-rinascimentale nelle acque di Varazze (SV) – IX settimana per i beni culturali e ambientali – mostra di archeologia subacquea – Varazze salone antico Hotel Torretti 14 dicembre 1993 – 31 gennaio 1994 – Mirella Marini Calvani – Soprintendente ai Beni Archeologici della Liguria:
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____________________
1 – GP Martino, T. Mannoni, Archeologia subacquea n. 47, 1994
2 – GP Martino, 2006
3 – F. Benente e altri, Archaeological and instrumental analyses of pottery and wood from the ‘Leudo’ wreck of Varazze, Italy, in Medieval Ceramics, 30, 2006/08

(Tiziano Franzi)

. Cosa ne facciamo del nostro passato? – di Andrea Peruffo …>>

Archivio: … Riscoprire il nostro passato: Vivere il passato per meglio comprendere il presente.

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 Nov 2021 alle 21:07 ed è archiviato nelle categorie - Riscoprire il nostro passato, Attualità, EVENTI E MOSTRE, NEWS DA VARAZZE. Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi andare in fondo e lasciare un commento. Attualmente il pinging non è permesso.

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